La foto e le ultime ore di Emanuele De Maria. Chamila in trappola e uccisa in un parco

L'uomo si è offerto di portarla a casa, poi l'ha accoltellata alla gola. Lei voleva lasciarlo

La foto e le ultime ore di Emanuele De Maria. Chamila in trappola e uccisa in un parco
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Al marito, venerdì pomeriggio, aveva detto che sarebbe andata in palestra a Cinisello Balsamo, la cittadina a circa 15 chilometri a nord di Milano dove la coppia abita con il figlio 17enne. Ma nessuno da allora ha più avuto notizie di Chamila Arachchilage Dona Wijesuriya, 50enne cittadina italiana originaria dello Shri Lanka e barman dell'hotel Berna di via Napo Torriani a Milano. Grazie alle telecamere della fermata «Bignami», capolinea della linea lillà del metrò, la donna viene filmata l'ultima volta quel pomeriggio in viale Fulvio Testi e nei pressi del Parco Nord insieme al collega receptionist Emanuele De Maria, il 35enne napoletano che nello stesso albergo dov'è impiegata la donna lavora grazie a un permesso che gli concede di uscire ogni giorno, per poi rientrare la sera, dal carcere di Bollate dove sta scontando una condanna per omicidio. Circa due ore più tardi le stesse telecamere filmano il detenuto che, da solo, fa ritorno al metrò. Si colloca infatti proprio in quell'arco di tempo l'omicidio di Chamila, che De Maria avrebbe trascinato con sé tra la boscaglia probabilmente con una scusa per poi accoltellarla alla gola e ai polsi. Queste infatti le condizioni del cadavere della donna ritrovato ieri pomeriggio intorno alle 16 dai militari dell'Arma proprio nel Parco Nord dopo la segnalazione di un passante.

La donna era già ricercata nella zona da sabato anche dai vigili del fuoco che avevano scandagliato l'area boschiva del Parco Nord non lontano dall'aeroporto di Bresso. Dopo la denuncia di scomparsa formalizzata venerdì sera ai carabinieri di Cinisello dal marito di Chamila (la donna era introvabile e il suo telefonino risultava sempre spento) la mattina dopo, il cellulare della donna verrà ritrovato sempre dagli investigatori dell'Arma in un cestino della spazzatura proprio nei pressi della fermata del metrò dove, poco dopo, si scopre che Chamila è stata filmata viva per l'ultima volta. Nel frattempo infatti De Maria è già in fuga e ricercato dalla Squadra mobile di Milano e per non essere rientrato in carcere a Bollate, ma anche e soprattutto per aver accoltellato quasi fino a ucciderlo un altro barman e collega dell'hotel Berna, anche lui 50enne, anche lui cittadino italiano ma di origine egiziana, Hani Fouad Abdelghaffar Nasr. L'assalto avviene alle 6.20 di sabato,in strada, proprio davanti alla struttura a 4 stelle di via Torriani. L'uomo, sopravvissuto solo grazie a una delicatissima operazione a cui lo hanno sottoposto i medici del Niguarda, ha spiegato ieri agli investigatori della Mobile che De Maria ormai aveva perso completamente la ragione per Chamila.

«Mi sono limitato a mettere in guardia la mia amica e collega sui rischi che lei, una donna sposata, madre di un figlio e con una vita regolare, correva intrattenendo una relazione con quell'uomo più giovane che stava scontando una pena in carcere per omicidio - ha detto il barman di origine egiziana alla polizia dal suo letto di ospedale -.

Credo che lei alla fine lo volesse lasciare o comunque desiderasse allentare il legame che aveva con lui. Probabilmente l'ha uccisa per questo, poi ha tentato di uccidere anche me che, a suo parere, avevo influito sulla decisione di Chamila, ostacolando il loro rapporto».

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