Un «buco» già accertato da 80-90 milioni di euro, ma saranno sicuramente di più - dicono gli inquirenti - nel fallimento della associazione Perugia calcio spa della famiglia Gaucci. Sono i soldi dovuti al fisco con relative penali, quelli per gli stipendi non pagati, per i debiti della società non saldati, quelli che dovevano essere nelle casse del Perugia e che invece non ci sono mai entrati o ne sono usciti illegalmente. Gli uomini della Guardia di finanza di Perugia stanno esaminando la documentazione sequestrata negli istituti di credito dellUmbria e del Lazio. Il più illustre, il patron Luciano Gaucci, è ufficialmente latitante. Da Santo Domingo, dove dice di essere in «vacanza» da sette mesi, Gaucci rinnova le sue accuse al «gruppo di potere» che lo ha mandato in rovina, indicando il presidente di Capitalia Cesare Geronzi (la banca annuncia che ricorrerà alle vie legali), Carraro e la Gea di Alessandro Moggi (anche la Gea sta preparando una querela). Ed uno dei suoi difensori, l'avvocato Giuliano Pompa, annuncia che «Uragano» Gaucci è «pronto a vuotare il sacco» con dentro «diverse cosine».
Gli inquirenti stanno cercando di mettere a punto le procedure per la sua estradizione. Procedure difficili perché Santo Domingo ha solo protocolli di intesa con la Comunità europea di difficile applicazione. E stanno anche spulciando le tante operazioni di calciomercato che avevano fruttato ingenti guadagni al Perugia calcio, grazie alla abilità dei Gaucci e dei loro collaboratori nello scovare talenti a buon mercato.
Un buco da 90 milioni per il Perugia di Gaucci
Lex presidente attacca Capitalia che lo querela
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