Adesso che Kakà ha deciso di restare, che il City è tornato a casa a mani vuote e che il Milan ha richiuso il cancello di Milanello, possiamo anche riflettere sullintera vicenda. E rileggere, con qualche divertimento, alcuni dettagli dellaffare strillati nei giorni scorsi oppure anonimi boatos spacciati per notizie di prima mano. Serviranno di lezione per la prossima occasione? Difficile giurarlo. Prendiamo per esempio la data del primo incontro tra il Manchester City e il papà di Kakà, Bosco Leite: per qualche giornale avvenne nel mese di novembre, a Portsmouth, in occasione di un viaggio Uefa della squadra rossonera, a sentire la ricostruzione postuma e risentita del presidente del City si è realizzato soltanto lunedì sera, a Milano. Obietterete: ma è un dettaglio di dubbia utilità, daccordo ma sono i dettagli che fanno la differenza specie quando cè da spacciare per buona la cifra di 550 mila euro a settimana promessa al brasiliano.
Prendete poi gli incontri segreti tra Kakà e il tecnico del City, lo scozzese Mark Hughes: cè chi li ha visti e segnalati a Milano, chi invece ha garantito sullamabile colloquio telefonico, con interprete Robinho, nel frattempo in ritiro a Tenerife. O ancora la faida familiare che si sarebbe consumata dentro le mura domestiche di casa Kakà: padre e figlio, luno contro laltro armati, una specie di duello rusticano. Non sono mancati neanche gli interventi stravaganti, uno firmato dagli evangelici che hanno ammonito Riccardino dallaccettare soldi provenienti dal musulmano.
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