Il volantino distribuito davanti al Comune annuncia: «In due giorni oltre duecento lavoratori si sono dimessi dalla Funzione pubblica Cgil di Genova per protestare contro la gestione totalitaria della segreteria». «In 400, ormai, abbiamo riconsegnato la tessera: dipendenti di Asl, ospedali, del Comune e degli altri enti locali» spiega qualche giorno dopo Anna Maria Spiga, sindacalista allAsl 3. Tutta colpa del conflitto tra i dirigenti e un gruppo di sindacalisti esclusi dalla lista della Cgil allAsl 3. «Ci hanno punito per le nostre idee su tagli regionali alla Sanità, contratti interni e protocollo sul Welfare - protesta la Spiga-. Per questo ce ne siamo andati dalla Cgil, invitando altri a seguirci». «È possibile che ci siano delle disdette - replicano alla Funzione Pubblica del sindacato - ma è presto per dare numeri. Polemiche e tensioni sono normali in tempi di elezioni sindacali». Ed è solo l'inizio.
I «ribelli» dellAsl 3 (20 in totale) definiscono la loro esclusione dalle liste della Cgil «un atto anti democratico». «Prima ci siamo opposti con forza ai tagli degli ospedali previsti dalla Regione senza aver prima offerto delle alternative - riprende Anna Maria Spiga-. Poi abbiamo fatto campagna per il no al referendum tra i lavoratori sul protocollo del Welfare mentre la Cgil era schierata per il sì. Chi critica la linea dei vertici, evidentemente, non può restare nel sindacato». Accusa respinta dalla Cgil: «Non sono stati gli unici a dire di votare contro laccordo sul Welfare. Altri, come la Fiom, lhanno fatto senza far polemiche. Quanto ai tagli alla Sanità, abbiamo una discussione in corso con la Regione. Siamo i primi a dire che le riforme non si fanno sulle spalle di lavoratori e malati, ma bisogna anche riconoscere che la Sanità in Liguria è sullorlo del baratro. E qualcosa va cambiato».
Ma la rottura, ormai, è consumata. I fuoriusciti dalla Cgil si ritroveranno giovedì alle 16 alla Croce Verde di Sestri Ponente. «Dal 19 al 22 si terranno le elezioni dei sindacalisti allAsl 3 - racconta la Spiga- Diremo a tutti di non votare, se alle urne va meno della metà dei lavoratori le elezioni sono da rifare. E stiamo anche pensando di creare un nuovo sindacato».
La battaglia si combatte a colpi di volantini. «Alle calunnie dei burocrati della segreteria della Funzione Pubblica Cgil rispondiamo con i fatti: 500 lavoratori se ne sono andati» attaccano i «ribelli». «Incitare alle dimissioni spargendo menzogne, senza avere il coraggio di apporre la propria firma, è di per sè un atto vigliacco e ipocrita.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.