Bufera su Palazzo Grazioli per il primo giorno senza bus

Roma«Berlusconi? Sicuramente non ne sapeva nulla. Né, men che meno, è ipotizzabile che abbia fatto fare pressioni per far spostare la fermata dei bus da via del Plebiscito». Il presidente della commissione Trasporti del Campidoglio Antonello Aurigemma non ha alcun dubbio in proposito e spiega lapidario: «L’Atac ha rimosso la fermata di fronte a palazzo Grazioli in ottemperanza alla decisione assunta dalla Prefettura per motivi di sicurezza, e già resa nota nei giorni scorsi». Nel ribadire che la scelta dipende solo da questioni di pubblica sicurezza, l’Atac ha fatto tutto il possibile per informare i cittadini inviando sul posto alcuni suoi funzionari per comunicare agli utenti le fermate alternative da utilizzare per i loro spostamenti. Nel peggiore dei casi si tratta di fare cento metri a piedi in più per salire sul bus alla fermata precedente (in piazza Venezia, angolo via del Corso) o a quella successiva in largo Argentina.
Ma nel clima di scontro politico che si respira nel Paese, ogni occasione è buona per soffiare sul fuoco. Per i comunisti «la soppressione della fermata in una zona vitale del trasporto urbano di Roma, crocevia di enorme importanza per la mobilità - ha dichiarato Pino Sgobio del Pdci in una nota - è il modo migliore per rendere antipatica la politica ai cittadini». «Il rischio concreto è di creare un fossato ancora maggiore tra persone semplici e potenti. La politica che ha paura dei cittadini, e che si isola in una torre d’avorio, non è un bell’esempio. A quando - ha concluso - l’edificazione di un muro divisorio?».
Per il presidente dell’associazione diritti dei pedoni, Vito Nicola De Russis, «la fermata di via del Plebiscito è forse la più importante di Roma visto che è posta all’entrata di palazzo Venezia e del Museo di palazzo Venezia». De Russis denuncia una «disparità» tra cittadini, perché sarebbe addirittura interdetto ai pedoni il marciapiede davanti alla residenza del premier. «La scomparsa di questa importantissima fermata nella tragica mobilità romana - conclude il “paladino dei pedoni” - renderà ancora più ridicolo il nostro Paese. A questo punto riteniamo nostro diritto-dovere gridare: “Vergogna, vergogna, vergogna”». Ma come è noto, i cambiamenti sono spesso malvisti e ieri, da parte degli utenti romani (ma anche dei commercianti) si è registrato un coro di mugugni: quella fermata non andava tolta. «Per me è un guaio serio; ora come faccio? - si lamenta Daniela, impiegata - mi tocca andare a largo Argentina, o di fronte ai carabinieri di piazza Venezia oppure addirittura a via del Corso». Un’altra cittadina chiede invece «che benefici per la sicurezza possa portare questa idea: se uno vuole fare un attentato lo fa anche senza autobus». Gianluca Rossi, portinaio dello stabile al 107, si preoccupa invece «per i circa 200 anziani che abitano qui». Ma i più contrariati sono i commercianti di via del Plebiscito che all’apertura delle saracinesche hanno trovato la sorpresa. Massimo Barbieri, che gestisce il negozio di calzature «Punto Zero», è convinto che ci saranno molte ripercussioni: «Questo è un punto di passaggio - spiega - se si toglie la fermata chi si ferma più? Magari tra qualche mese, quando registreremo un calo del fatturato, potremmo anche chiedere i danni». Intanto gli autobus, il 70, il 40, il 63, il 62, il 64, il 30 e tanti altri tirano dritto senza fermarsi.

Qualche autista, per la forza dell’abitudine, ancora frena e apre le porte ma viene subito fatto ripartire dai funzionari Atac suscitando le ire dei passeggeri. E nel frattempo, su Facebook è già nato un gruppo a favore del ripristino della fermata.

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