da Milano
Spuntano nuove ipotesi di nascita della società delle
reti, un polo in cui far confluire i gasdotti e gli stoccaggi di Eni e la rete elettrica di Terna. Allattenzione del ministero dello Sviluppo Economico ci sarebbe un dossier di Mediobanca che proporrebbe un percorso in 5 tappe per portare sotto lala pubblica il controllo, attraverso Cdp, della nuova società creata dallintegrazione di Snam Rete Gas, Terna e Stogit. Fonti del ministero hanno però prontamente precisato che «non è stato dato nessun incarico esterno su questo tema», anche se viene ammessa lesistenza di «molti lavori sul tema, diversi studi cui si esercitano numerosi advisor avanzando proposte e ipotesi». Il tema di una maxi-fusione a tre sembrerebbe quindi restare attuale. Un tema, però, che non smette di far discutere, nonostante la sponda dellUe che da tempo sollecita misure per separare proprietà e gestione delle infrastrutture energetiche. Sulla questione il commissario Ue allAntitrust, Neelie Kroes, ha ribadito ieri che «finché le infrastrutture rimarranno nelle mani dei gruppi dominanti nella produzione e fornitura di energia, i casi di discriminazione contro i concorrenti abbonderanno». Lunica soluzione è «lo spacchettamento della proprietà, ovvero separare le infrastrutture dalla fornitura e dalla produzione». La nuova legislazione europea potrebbe arrivare già il prossimo anno, con pesanti ripercussioni negative sui colossi europei, compresa lEni, che secondo gli attuali termini di legge dovrebbe scendere sotto al 20% di Snam dal 2008. Anche se un emendamento bipartisan alla Finanziaria propone uno slittamento di due anni al 2010 (ma a patto che dallanno prossimo si provveda alla reale separazione gestionale).
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