Bullismo, studenti nel mirino di cinque «ragazzi terribili»

Per prevenire il fenomeno del bullismo ci vuole l’intervento dei media. La cura contro i «ragazzi cattivi», secondo uno studio svolto dalla giovane sociologa Eleonora Rossi, consiste nell’analizzare il loro atteggiamento attraverso un processo empirico basato sui mezzi di comunicazione. Il progetto, definito «Media Education» ha coinvolto due classi delle scuole elementari di Roma e ha dato alcune risposte interessanti: «I bambini hanno lavorato per definire il fenomeno, lo hanno elaborato sotto forma di notizia e in questo modo anche gli stessi bulli hanno preso coscienza delle loro azioni».
Mentre sociologi e psicologi si cimentano per fornire strumenti utili per risolvere questo problema sociale, ieri cinque studenti romani sono stati denunciati dai carabinieri in stato di libertà per aver compiuto tra giugno e dicembre del 2006 otto rapine ai danni di studenti di alcune scuole medie superiori nei pressi di via di Bravetta. I giovani, tra i 18 e i 21 anni, aggredivano le vittime e le obbligavano a consegnare loro cellulari, lettori Mp3; persino un motorino. La refurtiva è stata recuperata nelle abitazioni dei teppisti ed è stata poi restituita ai proprietari. Per contrastare il fenomeno, secondo quanto dice lo psicologo Mario Bertini, ordinario di psicologia fisiologica presso la Sapienza, è necessario che «i ragazzi sviluppino spirito di cooperazione, capacità di empatia e forte stima di sé e degli altri, nel rispetto della legalità». Dello stesso avviso il presidente dell’ordine degli psicologi del Lazio, Zaccaria Marialori: «La scuola va ripensata perché torni a educare».

È emergenza dunque, e bisogna muoversi in fretta, anche gli insegnanti a volte non prendono subito coscienza degli atteggiamenti prepotenti dei propri alunni. Intanto il telefono verde contro il bullismo in circa due mesi di servizio ha squillato ininterrottamente.

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