Bungaro e Marcorè: un insolito «duetto»

Dopo più di un anno di assenza dalle nostre scene musicali, torna il cantautore ironico e raffinato che fece sognare milioni di italiani col suo «Guardastelle» al Festival di Sanremo 2004, vincendo meritatamente il Premio della Critica. Pianista, cantante, produttore, autore per sé e per altri, da molti anni protagonista nell’ambiente musicale, raramente sotto i riflettori ma spesso dietro le quinte di progetti importanti, il brindisino Antonio Calò, in arte Bungaro, mette in scena domani sera a La Palma (ore 22.30, biglietto 10 euro) un concerto privo di artifici ma basato sulle corde degli strumenti acustici.
Dopo aver collaborato sulla scena internazionale con artisti del calibro di Yousson N’Dour, la brasiliana Daniela Mercury e la slovena Tinkara, Bungaro torna ora ad affrontare un vero e proprio tour. Il battesimo è proprio quello romano ma dalla capitale l’artista brindisino toccherà i club di tutte le principali città italiane alla riscoperta di un rapporto diretto col pubblico delle grandi emozioni: quello per cui la canzone deve far riflettere, creare sensazioni, far vivere o rivivere un momento particolare. Con lui sul palco ci saranno musicisti tra i più importanti del nostro Paese: Michele Ascolese, Aidan Zammit, Lorenzo Feliciati, Lucrezio De Seta. Ma la serata a La Palma riserverà anche due sorprese: la presenza sul palco di un inedito Neri Marcorè e del sassofonista Stefano Di Battista.
Bungaro ripercorrerà parte del suo lungo repertorio d’autore. Oltre al fortunato album L’attesa e alle canzoni scritte per grandi nomi della canzone italiana, tra i quali Ornella Vanoni, Gianni Morandi, Grazia Di Michele, Syria, Gerardina Trovato, Stefano di Battista e Nicky Nicolai, Patrizia Laquidara, Eramo e Passavanti, l’artista riproporrà la grande tradizione della musica d’autore interpretando brani di Modugno, Tenco, Pasolini, Fossati e David Byrne, filtrate attraverso le ricercate atmosfere sonore che caratterizzano da sempre la musica del cantautore pugliese.

Uno show da artigiano del pentagramma in cui non potrà che emergere nella sua pienezza un talento compositivo non ancora riconosciuto secondo i suoi meriti. Valorizzato, oltretutto, da una regia che nulla lascia al caso ma anzi valorizza al massimo l’energia che Bungaro riesce a trasmettere dal palco.

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