Mazara del Vallo. Se è ancora viva, come continua a credere mamma Piera Maggio, il 26 ottobre ha compiuto otto anni. Chissà dove, chissà con chi, chissà se con una torta, le candeline, i giocattoli in regalo e gli amichetti a farle festa. Già, chissà. Perché Denise Pipitone, da quel maledetto 1 settembre di quattro anni fa, quando è stata inghiottita nel nulla mentre giocava in strada, pochi metri dalla porta di casa della nonna, in via La Bruna a Mazara del Vallo (Trapani), è solo un fantasma. Un’ombra inafferrabile che non si riesce a individuare. Ricerche, ovunque, anche all’estero; false speranze di ritrovamento, l’ultima poche settimane fa, in Grecia, naufragata dopo il test del Dna; la crudele rivelazione di un pluri-pregiudicato per breve tempo anche collaboratore di giustizia e comunque ritenuto poco credibile, Giuseppe D’ Assaro, che dice che Denise è morta per cause accidentali dopo il rapimento, e che la piccola non può essere ritrovata perché il suo cadaverino è stato gettato in mare. Il dato vero, però, è uno solo: Denise non c’è, non è a casa sua, e se è ancora viva, probabilmente, nulla ricorda più dei primi quattro anni della sua vita.
La festa. Lei, forse, non ha soffiato sulle candeline. Ma Mazara del Vallo ha ricordato l’ottavo compleanno di Denise. A festeggiare la piccola, con pensieri, poesie, messaggi, e palloncini i compagnetti di scuola che Denise non ha mai conosciuto, i bimbi delle elementari della città che frequentano la terza, la classe dove dovrebbe esserci anche lei. L’iniziativa, nel giardino pubblico Villa Iolanda dove pochi mesi fa è stato piantato un albero che ricorda la piccola scomparsa, è stata organizzata dal Comune. “Certezza è … rivederti. Buon compleanno Denise”, recita la targa che provvisoriamente è stata appoggiata al tronco. Commossa mamma Piera: “Mi avete dato un momento di gioia – ha detto al termine della manifestazione – le letterine e i messaggi sono un regalo che avete fatto a Denise e a me, e li conservo gelosamente come ho sempre fatto. Questo non è un festeggiamento, perché un compleanno non si fa senza la persona festeggiata. Ma è stata una gioia vedere attorno a me tanti bimbi, molto di loro hanno l’età di Denise”.
Gli auguri. Non potendo abbracciare la figlia finita chissà dove, Piera Maggio si è affidata al suo blog: “Ovunque tu sia, Denise, ti mando un forte abbraccio e un bacio immenso per il tuo ottavo compleanno”. Insieme agli auguri, la donna ha lanciato anche un appello a che le ricerche non si fermino: “Voglio che la nostra bambina, perché Denise è la bimba di tutti coloro che la amano, senta con quanto amore è cercata, e che non ci fermeremo mai nelle ricerche perché possa quanto prima tornare a casa. Smetterò di cercare Denise quando mi daranno la certezza matematica che non tornerà più a casa perché non è più di questo mondo. La giustizia – ha aggiunto polemica – si fa attendere. E questa è la cosa più atroce”.
L’indagine. L’ultimo colpo di scena è arrivato ieri, nel corso della trasmissione di Rai3 Chi l’ha visto. Da un’intercettazione ambientale del 2007 relativa ad un’inchiesta che nulla ha a che vedere con la scomparsa della bimba è venuto fuori lo scambio di battute tra due personaggi, che riferendosi a due fratelli, parlando con ogni probabilità di Denise, dicono: ma non avevano in custodia loro la picciridda (bambina, ndr). Solo una persona, sinora, è stata iscritta nel registro degli indagati per la sparizione della bimba: la sorellastra, Jessica Pulizzi, minorenne nel settembre del 2004. La giovane, secondo la pista familiare seguita dagli inquirenti, avrebbe portato via Denise per gelosia e per vendetta nei confronti di Piera Maggio, ritenendola responsabile del fallimento del matrimonio dei suoi genitori. Sempre nel quadro della pista familiare si inseriscono anche le dichiarazioni di D’Assaro, ex compagno di Rosalba Pulizzi, sorella del padre naturale di Denise. L’uomo – ritenuto non credibile dagli inquirenti, tanto che nessuna delle persone da lui chiamate in causa è stata iscritta nel registro degli indagati – ha detto di essere stato contattato dalla zia della bimba che aveva bisogno di fare sparire quel cadavere. Secondo la sua tesi, Denise sarebbe morta accidentalmente poco dopo il sequestro, forse a causa di tranquillanti che le erano stati somministrati per farla stare buona.
I falsi ritrovamenti. Le ricerche di Denise continuano, ovunque, in Italia e all’estero, anche se più passa il tempo più è difficile che la piccola possa essere riconosciuta per caso, sulla base della vecchia foto di quattro anni fa o su quella delle elaborazioni del suo volto che nel tempo sono state fatte, al computer. Proprio dall’estero, dalla Grecia, l’ultima segnalazione rivelatasi poi errata. Una piccola Rom era stata notata da una turista italiana perché, contrariamente alla madre, sembrava parlare l’italiano. Il test del dna ha stroncato ogni speranza.
L’unica segnalazione che secondo gli inquirenti e la stessa Piera Maggio ha un buon margine di attendibilità risale al 2005: un metronotte, a Milano, filmò col telefonino una bimba che era in compagnia di alcuni rom e che una donna chiamava “Danas”. La somiglianza era impressionante, sia per la madre sia per il Ris. Quel gruppo di Rom e quella bimba non sono stati mai identificati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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