Cè un solo centesimo a dividere le due offerte. Ma sul tavolo cè un appalto piuttosto ricco: i 78 milioni stanziati dalla Regione Lombardia per la cosiddetta «dote scuola», il pacchetto di aiuti agli studenti meritevoli delle scuole inferiori e superiori. Si tratta, in sostanza, di una serie di buoni acquisto spendibili in cartolerie, librerie, negozi di elettronica, musei, agenzie di viaggio. Un piatto sostanzioso per la cui gestione si stanno scontrando due grandi aziende del settore. Il Tar della Lombardia, pochi giorni fa, ha ribaltato il risultato della gara bandita dalla Regione. Gli sconfitti preparano un ulteriore ricorso. Ma la continuità del servizio non dovrebbe essere in discussione: i buoni per questo anno scolastico dovrebbero - salvo sorprese - venir regolarmente distribuiti entro questo mese.La gara dappalto per aggiudicare la fornitura per gli anni scolastici 2009-2010 e 2010-2011 era stata bandita in marzo e aveva visto scendere in campo due sole aziende: il gruppo francese Accor e litaliana Ristochef, entrambi specializzati in buoni pasto (Accor è titolare del marchio Ticket Restaurant) ma con interessi anche nel cosiddetto settore dei «voucher sociali», cioè tutti quei buoni spesa distribuiti a vario titolo dagli enti pubblici a sostegno delle fasce deboli. Le due aziende avevano fatto pervenire in busta chiusa le loro offerte per la gestione del servizio. E allapertura delle buste, il 17 aprile, ci si era trovati di fronte una situazione quanto meno bizzarra: Accor chiedeva come corrispettivo del servizio un solo centesimo di euro, Ristochef offriva addirittura «zero», cioè si offriva di svolgere il servizio gratuitamente. Di fronte a offerte così microscopiche la Commissione aggiudicatrice restava platealmente spiazzata, decideva di non decidere e prendeva tempo. Il problema era che il bando di gara prevedeva per assegnare lappalto una complicatissima equazione (per i lettori più curiosi: «p = (C min / C off) x 40») che era stata mandata in tilt dallofferta «zero» presentata dal gruppo italiano.
Come erano possibile offerte così basse? La spiegazione sta nel fatto che entrambi i concorrenti puntavano a guadagnare non sul costo a carico della Regione ma sulle percentuali di trattenuta a carico dei negozi convenzionati con loperazione «dote scuola», come già avviene nel meccanismo dei buoni pasto. Anche se in qualche modo prevedibile, la gara al ribasso ha messo in crisi la procedura dappalto della Regione.
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