Burani, Cinven e la tentazione del riassetto

Con l’arrivo dell’estate la catena di controllo del gruppo Burani sembra destinata ad accorciarsi. Al momento non c’è nulla di deciso, ma l’operazione potrebbe scattare a giugno. L’ipotesi di lavoro sul tavolo di alcuni banchieri d’affari è la seguente: la londinese Burani Designer Holding (ricavi in crescita del 10,6% nel 2007, ma utile ante imposte in calo a 47,1 milioni contro i 68 dell’anno precedente) potrebbe andare alla ricerca delle forze necessarie per lanciare un’Opa volontaria sulla controllata italiana Mariella Burani Fashion Group, di cui detiene già oltre la metà del capitale. A quel punto Mbfg direbbe addio a Piazza Affari andando a ingrossare la squadra dei delisting di cui fanno già parte Polynt, Ducati, Cremonini e Marazzi. Il vantaggio sarebbe eliminare un gradino nella struttura finanziaria del gruppo Burani, avvicinando la società «operativa» Antichi Pellettieri, che di recente ha acquisito Mandarina Duck, alla cassaforte inglese. A rivestire un ruolo primario nell’operazione sarebbe il fondo Cinven di Roberto Italia che avrebbe strappato una «esclusiva» sul dossier.

Con l’operazione Burani, Cinven tornerebbe a fare sentire il proprio peso nella Penisola, dove il fondo di private equity è stato finora poco attivo malgrado rappresenti una delle principali realtà a livello europeo. Con l’eccezione del 2006, quando Cinven, che ha uffici in via Manzoni a Milano, investì su Avio.

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