Burani La Procura chiede almeno 10 milioni in più

La Procura di Milano ha chiesto alla famiglia Burani «uno sforzo finanziario ulteriore» (almeno 10 milioni) rispetto ai 50 milioni previsti per la ricapitalizzazione della società Mariella Burani. La famiglia, azionista di controllo del gruppo Mariella Burani, si era impegnata a versare 50 milioni entro il 12 febbraio nell’ambito di un piano di ricapitalizzazione. Proprio sulla disponibilità di queste risorse si sono bloccate le trattative con le banche creditrici. «Le trattative con le banche sono in corso e sono difficili», ha detto al termine dell’udienza Giuseppe Amoroso, legale della famiglia. «Le banche - ha aggiunto - hanno detto che le garanzie offerte con Greenholding non bastano e si sta discutendo sull’eventuale cash. La società ha la liquidità per andare avanti e paga regolarmente gli stipendi. È un’azienda che ha il consenso sociale». Intanto il gruppo ha trovato un nuovo advisor per la ristrutturazione del debito: si tratta di Banca Leonardo. Lo ha annunciato lo stesso avvocato Giuseppe Amoroso.

A fine 2009, infatti, si era interrotto, senza risultati concreti, il legame con Mediobanca in qualità di advisor. In occasione dell’udienza, infine è stata presentata un’istanza di fallimento anche da parte della società Natfood, controllata da Bioera, sempre della famiglia Burani. Natfood è creditrice per 700mila euro.

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