Burlando chiede più tasse e si compra la «barca blu»

Centomila euro per un mezzo in disuso Interrogazione di Plinio: «È la prima volta nella nostra storia che si spendono simili cifre per portare in mare amici e ospiti degli amministratori»

Burlando chiede più tasse e si compra la «barca blu»

In principio fu una battuta. Detta così, con il Governatore Claudio Burlando affacciato compiaciuto sulla Marina della Fiera, a rimirar la distesa di super yacht. Il fatto è che una delle migliori caratteristiche dell’ex sindaco e ministro dei Trasporti è quella di saper mantenere la propria espressione immutata al punto di ingannare chi pensa di leggergli in faccia i sentimenti. «Presidente, non si vorrà mica fare la barca?» aveva ironizzato una voce maliziosa. Vai a pensare che il sorrisino a mezza bocca significava: «Sì, sono qui per farmi esperienza». Mentre da sotto il completo blu usciva la più ingessata delle frasi: «Macché, se con questa Finanziaria il Governo ci toglie anche le lacrime per paingere...»
Burlando alla barca ci pensava davvero. Anzi, ci aveva già pensato. Al Salone semmai cercava di capire chi poteva rimettergliela in sesto. Perché il presidente, o meglio la Regione Liguria visto che di pubblico esborso si tratta, l’affare l’aveva già concluso al mercato siciliano dell’usato, ottenendo per circa centomila euro un’imbarcazione in disuso. I dettagli di questa operazione vorrebbe conoscerli Gianni Plinio, capogruppo di Alleanza Nazionale, che proprio ieri mattina ha presentato un’interrogazione urgente.
In tempi di Salone è inevitabile che tutti sognino un po’. Ma quello che stupisce è come Burlando, pronto a contestare le nuove misure economiche imposte dal governo agli enti locali, sia un pedissequo osservatore del Tremonti pensiero, al punto di applicare alla lettera l’ordine di tagliare le «auto blu». «D’accordo che si parla di “auto” - ironizza Plinio -. E che nulla si dica in merito alle “barche blu”, ma questo rappresenta un inedito assoluto per la storia regionale della Liguria. Chiedo infatti di sapere se quei soldi necessari all’acquisto figurino in uscita tra le spese di rappresentanza e se pertanto la barca sia stata comprata per portar per mare amici e ospiti».
Tra gli appunti mossi alla strategia economica di piazza De Ferrari, Plinio infatti fa notare come una volta acquistata l’imbarcazione in disuso, sia ora necessario investire altro denaro pubblico per rimetterla in sesto. Non solo. Come gli amanti del mare ben sanno, una barca di una certa dimensione comporta spese fisse tutto l’anno. E una delle voci che più pesa in negativo è quella relativo all’equipaggio. «Il personale di bordo verrà selezionato tra i dipendenti delle più prestigiose compagnie liguri di crociera o tra quello già a libro paga della Regione, previo doveroso e oneroso corso di formazione?», domanda neppure troppo ironicamente Plinio a Burlando.

Il tutto, come sempre, da inquadrarsi in una particolare situazione: se la Regione non avesse promesso lacrime e sangue ai liguri, par di capire, forse il vizio della barca se lo sarebbe potuto permettere dando un po’ meno nell’occhio.

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