Burlando tra fatti e scherzi (agli alleati)

(...) Soprattutto lo aveva fatto sul serio di prendersi a cuore la situazione di quella famiglia. Come aveva fatto qualche mese prima per il caso della «casa famiglia» di Cornigliano, da lui inaugurata in clima pre-elettorale ma mai operativa perché la stessa Regione non aveva dato i permessi necessari. Una denuncia fatta dal Giornale, cui Burlando aveva voluto dare una risposta, una soluzione. Tanto per dirla tutta, il governatore aveva fatto qualcosa, non solo detto qualcosa, vincendo già in partenza qualsiasi confronto con i «vicini» che siedono ai vertici di altri enti locali, sempre prodighi di annunci da applausi cui raramente però seguono i fatti. Un altro caso disperato di una famiglia sfrattata da Arte era stato segnalato, proprio l’estate scorsa, dal Giornale. Una situazione incredibile, tragica, aggravata dalla burocrazia e da questioni contrattuali impossibili da districare. Allora si era interessato il Comune, aveva detto di interessarsi, salvo poi spiegare a quella famiglia che la legge è legge e non si possono cambiare le regole. A meno che, come dimostrano i fatti, non ci sia da dare la casa agli zingari.
Troppi complimenti a Burlando? In realtà sono pochi. Perché purtroppo sono pochi, tre in un anno archivi alla mano, i casi in cui ha fatto sapere di aver smesso i panni di politico da prima Repubblica, tutto alleanze e scrivanie, tutto discorsi e accordi di partito. Già ieri, poco prima di intervenire sulle borse di studio, non aveva perso l’occasione di ribadire la sua grande capacità di tessitore, formalizzando l’allargamento della sua maggioranza all’Udc con la scelta di Rosario Monteleone a vice presidente del consiglio regionale indicato dal centrosinistra.

Con un nuovo schiaffo alla Sinistra Arcobaleno cui appena due settimane fa aveva garantito che «le maggioranze si cambiano prima delle elezioni, non in corsa». Pazienza. Il Burlando che prende complimenti sul Giornale non è quello che pensa ad acquistare i «valori che non sono in vendita». Sta a lui scegliere la frequenza dei complimenti. Più che burlando, facendo.

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