Paola Setti
Bene o male purché se ne parli, suggeriva Oscar Wilde. Devesser per questo, che Claudio Burlando sceglie il silenzio. Dice che la giunta, la sua, è stata efficiente, perché in soli 36 giorni ha approvato la delibera che dà il via al progetto definitivo del Nodo ferroviario di Genova. Aggiunge che trattasi di opera strategica che la città attende dai lontani anni Settanta. Ma dimentica, devesser così, di dire che quel progetto neppure sarebbe esistito, se la giunta precedente, quella di Sandro Biasotti, non lavesse avviato, definito e portato allapprovazione del Cipe.
Quando ieri ha letto lAnsa, Biasotti ha fatto un salto sulla sedia. Leggi e rileggi. Niente. Non lha detto. Non una parola sul fatto che in poco più di 12 mesi la sua giunta realizzò il progetto definitivo, consentendo lavvio delle procedure per la gara che porterà agli appalti e allapertura dei cantieri. Neppure un accenno alle tappe principali. Era il 2001. Lopera fu inserita prima nella legge Obiettivo, beneficiando delle procedure di accelerazione previste dalla legge, poi, in dicembre, nella delibera Cipe sul primo programma nazionale delle Opere strategiche. nel marzo 2002 il Nodo di Genova entrò nellintesa generale quadro tra Governo e Regione. Il 29 settembre 2003 quando il progetto preliminare e lo studio di impatto ambientale furono approvati dal Cipe, compreso il finanziamento di 622 milioni di euro bloccato da anni di inerzie. Macché. «La giunta ha lavorato con grande velocità - dice solo Burlando - impegando 36 giorni per approvare la delibera dopo averla ricevuta da Roma». Era lultimo passaggio, che è avvenuto ora e non con la precedente giunta solo perché il progetto da Roma è arrivato nel maggio scorso. «Mi sarei aspettato almeno un riconoscimento per i dipendenti regionali hanno lavorato con grande impegno per ottenere questo risultato. Ma non mi meraviglio, non è la prima volta e non sarà lultima che la giunta Burlando si assumerà meriti che non le si ascrivono. Forse ci vorrebbe un po' più di onestà intellettuale».
Lapsus a parte, trattasi di opera da 622 milioni di euro già finanziata, appunto, con la quale Rfi potenzierà il trasporto ferroviario a Genova, con la realizzazione, grazie a un nuovo passante a ponente, della sospirata metropolitana in superficie lungo lattuale tracciato. Lopera dovrebbe consentire infatti di liberare binari sufficienti per garantire frequenze di convogli urbani con cadenze di 5 minuti. Ora dovranno pronunciarsi anche Comune e Provincia, poi la Conferenza dei Servizi potrebbe deliberare in via definitiva la pratica entro fine luglio.
Secondo Burlando, Rfi potrebbe avviare gli appalti entro un anno, non appena sarà pronto il progetto esecutivo. Lopera richiederà sei o sette anni di lavori. Due gli interventi significativi, spiega lassessore ai Trasporti Luigi Merlo: il quadruplicamento della linea nel tratto Voltri- Sampierdarena e il sestuplicamento del tratto tra le stazioni di Principe e di Brignole attraverso il ripristino della Galleria delle Grazie. Alcuni punti restano in sospeso «ma si tratta di pratiche già ben avviate». Tra queste, lesproprio di tre edifici a Rivarolo, di cui uno di proprietà di Rfi, con una quindicina di appartamenti, che si trovano sul percorso del futuro tracciato. Per quadruplicare il tracciato tra Voltri e Sampierdarena è prevista tra laltro la nuova stazione di Voltri, con 4 binari passanti e 2 terminali per il servizio urbano, e un parcheggio da 500 posti e laumento dei binari per le merci collegati al porto.
Sarà poi prolungata la Bretella di Voltri, che verrà allacciata alla linea dei Giovi tra Sampierdarena e Rivarolo. Tra le opere collaterali, un nuovo ponte di attraversamento dei binari per collegare il porto di Voltri al casello autostradale, il sottopasso della linea ferroviaria a Voltri e una nuova fermata intermedia per il servizio metropolitano a Prà-Palmaro.
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