Bus dirottato, preso il terzo bandito Era nascosto a Milano

Il terzo albanese della banda è stato catturato oggi in un appartamento, era armato ma non ha opposto resistenza. Si chiama Rusten Ahmeti, ha 21 anni. Gli altri due banditi sono in ospedale: hanno agito sotto l'effetto della cocaina

Bus dirottato, preso 
il terzo bandito 
Era nascosto a Milano

Novara - I carabinieri hanno arrestato anche il terzo dirottatore albanese del pullman, Rusten Ahmeti, 21 anni. Il bandito (nella foto al suo arrivo al comando provinciale dei carabinieri di Novara) è stato catturato in un appartamento di Milano, in via Savona 59. L'uomo aveva con sé una pistola rubata, con il colpo in canna. Gli uomini che l’hanno tratto in arresto raccontano di una persona che "non ha opposto resistenza" ma che al contempo non ha avuto modo di rendersi conto, "altrimenti avrebbe fatto qualcosa". Ma era proprio lui, l'ultimo arrestato, il capo degli albanesi? Per gli inquirenti è proprio così, stando alle prime testimonianze raccolte. L'appartamento dove si era nascosto il bandito era tenuto sotto controllo. L'altra notte era stato perquisito; la polizia vi aveva trovato due albanesi, uno dei quali, un giovane di 25 anni, conosceva uno degli arrestati di ieri.

Cocainomani Il terzetto ha agito sotto l'effetto della cocaina, di cui pare fosse consumatore abituale. Gli esami hanno trovato tracce dello stupefacente nel sangue dei due albanesi catturati, Ali Muka, 27 anni, e Albrahimi Armand, di 19, entrambi ricoverati in ospedale a Novara. Muka deve essere operato a un braccio per le ferite riportate nella colluttazione con i carabinieri. Migliori, invece, le condizioni dell'altro bandito, che ha riportato ustioni non gravi.

La pista del satanista Non vi è dubbio che il terzetto si è comportato in modo folle (e per questo ancora più pericoloso) durante le fasi del sequestro del pullman. Alla circostanza che abbia agito sotto l'effetto della cocaina, si aggiunge il particolare che ad Alessandria, in casa di Ali Muka, è stato trovato materiale dal contenuto satanico, un indirizzario di siti internet, riviste e videoccassette. Sul suo corpo anche strani tatuaggi. La personalità dei componenti del commando era stata pesantemente modificata dall'uso della droga, come aveva notato anche la zia di Armand che viveva con lui ad Alessandria: "È sempre stato un bravo ragazzo - ha detto la donna alla polizia - ma da un paio di mesi era cambiato".

I vicini di casa: "Bravi ragazzi" Conoscono poco Ali Muka, uno degli albanesi che ieri ha sequestrato il pullman. Abita da alcuni anni in un alloggio al terzo piano di via De Giorgi, 5 nel centro storico di Alessandria. Lo vedevano entrare e uscire, a volte con altri giovani. "Era un tipo silenzioso e sembrava un bravo ragazzo", afferma una vicina. Stessa descrizione viene data di Armand Ali Ibrahimi, 19 anni, che vive con la zia in via del Castello, ad Alessandria. "Un ragazzo fin troppo tranquillo - dice Michele, titolare del bar pizzeria 'Al Castello' - veniva sovente, si è sempre comportato bene e pagato regolarmente. L’ultima volta l’ho visto la settimana scorsa".

Le indagini Il procedimento nei confronti dei tre è aperto per sequestro di persona a scopo di estorsione perché uno dei due banditi, nell’interrogatorio di ieri sera, ha spiegato che, una volta finito male il tentativo di rapina, la banda aveva pensato di chiedere un riscatto per il rilascio degli ostaggi. Il procuratore capo Marcello Maddalena, comunque, invita alla cautela: "Le dichiarazioni dei due personaggi arrestati non coincidono del tutto e, ovviamente, in esse si intravede la tendenza a scaricare la maggior parte delle responsabilità sul terzo. In ogni caso possiamo dire che non si tratta di un atto a sfondo religioso; non si tratta, tanto per intenderci, di terrorismo".

Il legale di un bandito: "Era disoccupato, ha perso la testa" Ha perso la testa perché era rimasto disoccupato, ma sta iniziando "a rendersi conto di quello che ha fatto e se ne assume tutta la responsabilità". È quanto riferisce il legale di Alì Muka, l’avvocato Antonella Lobino. "Il ragazzo - sottolinea l’avvocato - smentisce l’adesione a qualunque tipo di associazione o gruppo satanico". Per l’avvocato quello di Muka è stato "un colpo di testa commesso senza neppure averne piena coscienza". Un atto compiuto sotto l’effetto di una massiccia dose di cocaina, di cui era diventato dipendente, forse per alleviare la disperazione per aver perso il lavoro.

Domani il

governo riferisce alla Camera Del drammatico episodio del pullman dirottato si occuperanno anche governo e parlamento. A seguito della richiesta della Lega Nord, il governo riferirà domani alle 14.30 a Montecitorio.

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