Bus ecologici, un «bluff»

Marzio Fianese

«Dal 19 febbraio, tre linee di autobus urbani, la H, il 160 e il 715, andranno a metano». Era il 12 febbraio scorso quando l’assessore capitolino alla Mobilità Mauro Calamante, accanto al sindaco Veltroni che stava inaugurando un impianto di rifornimento a metano a Castel di Leva, annunciò con enfasi la novità. La politica degli annunci, si sa, fa parte del Dna della giunta Veltroni; in più siamo in campagna elettorale e quindi ogni occasione è buona per fare promesse. Che spesso, però, non vengono mantenute. Esattamente come in questo caso.
Sapete con quali mezzi funzionano ancora oggi (e siamo al 24 febbraio, cioè cinque giorni dopo il termine annunciato) le linee Atac H, 160 e 715? Con i vecchi mezzi alimentati a gasolio. Altro che metano...
Per averne la certezza, oltre che a controllare le linee interessate alla (falsa, almeno finora) innovazione, siamo andati a cercare i nuovi autobus, quelli a metano, per intenderci. E li abbiamo trovati: bene allineati e parcheggiati all’interno del deposito Atac di Tor Pagnotta, a poca distanza dall’impianto inaugurato da Veltroni. I mezzi ecologici, però, sono solo una decina, almeno quelli visibili dall’esterno del deposito. Calamante, invece, aveva parlato dell’acquisto di 400 bus ecologici, spiegando che ne sarebbero arrivati 30 al mese.
Sull’ennesima promessa non mantenuta è intervenuto ieri il capogruppo della Lista Storace alla Regione, Fabio Desideri, che nei giorni scorsi aveva denunciato anche la vicenda dei trenta minibus elettrici fermi e inutilizzati da tre anni nel deposito Atac di Grottarossa.«Dove sono finiti - chiede Desideri - i nuovi autobus a metano acquistati dal Campidoglio? Parliamo delle vetture non inquinanti che domenica 19 febbraio, cioè quattro giorni fa, dovevano entrare in funzione su tre linee romane: l’H, il 160 e il 715. Abbiamo atteso che passassero i giorni, oggi (ieri, ndr) è il 23, e dei nuovi bus, sulle strade della città, non esiste traccia: i mezzi circolanti lungo i 3 percorsi scelti sono ancora alimentati a gasolio».
«Eppure - ha aggiunto l’esponente della Lista Storace - il 12 febbraio scorso, l’assessore comunale Calamante aveva annunciato l’istituzione delle tre linee a metano, nel corso dell’inaugurazione di un impianto di rifornimento a Castel di Leva. Il 13 la notizia è stata ripresa dai quotidiani. Un giornale della capitale titolava: “Tra una settimana H, 160 e 175 saranno ecologici”. Ed ecco le dichiarazioni di Calamante: “La lotta allo smog si affronta soprattutto con il potenziamento del trasporto pubblico locale. (...) Entro luglio si potrà contare su una flotta di 200 autobus in servizio. Il prezzo per ogni singolo bus è di 247mila euro, mentre l’investimento totale è di 53 milioni di euro”».
«Bene, a quanto sembra, alcuni bus a metano - ha proseguito Desideri - sono parcheggiati da settimane nella rimessa di Tor Pagnotta. A questo punto, promesse non mantenute a parte, due domande sorgono spontanee. La prima: quando entreranno in servizio? La seconda: quanto costa al cittadino tenere ferme delle vetture nuove così costose?».
«Tenendo conto dell’affastellarsi dei provvedimenti restrittivi nei confronti degli automobilisti come misure di lotta allo smog, il fatto che vengano tenute inoperose sia le vetture a metano sia quelle elettriche “dimenticate” a Grottarossa, denota un atteggiamento un po’ ambiguo da parte del Campidoglio. In sintesi - ha concluso Desideri -, oggi (ieri, per il giovedì a targhe alterne, ndr) metà dei romani è costretta a non usare l’auto. E il Campidoglio che fa? Annuncia il potenziamento (comunque ridicolo, solo 125 bus in più in tutta la città) dei mezzi pubblici lasciando, però, inoperosi quelli meno inquinanti».


Dal canto suo, il sindaco Veltroni aveva spiegato che un’auto a metano può percorrere 250 chilometri con 7 euro di carburante, mentre una a benzina per percorrere la stessa distanza richiede 19 euro. «Non solo - aveva spiegato - il metano è il carburante meno inquinante in assoluto perché ha un bassissimo livello di zolfo».

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