Bus fermi? La colpa è delle batterie

Marco Morello

Lasciati a terra da batterie obsolete. Una ragione tanto semplice è la condanna che non cessa di perseguitare quanti attendono la messa su strada dei veicoli Mercedes non inquinanti, a disposizione di Trambus e fermi ai box da più di tre anni.
Sull’infinita vicenda, che in più occasioni ha trovato spazio su queste pagine, è tornato anche Fabio Desideri, capogruppo della Democrazia Cristiana alla Regione Lazio. «La questione - ha detto - si trascina da cinque mesi. Lo scorso febbraio, infatti, denunciai che dei minibus elettrici giacevano parcheggiati, ma soprattutto inutilizzati, nell’area esterna della rimessa di Grottarossa». In seguito all’intervento delle telecamere di Striscia la notizia, Raffaele Morese, presidente di Trambus, promise che avrebbe provveduto a garantire l’entrata in servizio di tutte le vetture. Almeno dieci di queste, però, sono parcheggiate in un capannone sempre a Grottarossa in mezzo a materiale di ogni genere anziché, come sarebbe stato lecito aspettarsi, in un’officina adibita a interventi tecnici. «Sulla vicenda e nel rispetto dei cittadini - ha aggiunto Desideri - credo sia necessario che venga fatta piena luce».
Per tentare di chiarire almeno qualche punto, siamo andati a chiedere spiegazioni direttamente alla fonte, nella sede di Trambus, dove ieri mattina si sono riuniti gli alti vertici aziendali per presentare alla stampa il nuovo logo della società. «Possiamo essere stati un pochino lenti - ha ammesso Filippo Allegra - non dovrebbe essere così, quello che importa è comunque fare dei passi in avanti». Dati alla mano, l’amministratore delegato ha spiegato che i minibus furono acquistati nell’ambito di un progetto risalente al 1999. Il trasporto elettrico era ancora in fase sperimentale e le cariche montate a bordo erano poco funzionali, in quanto riuscivano a lavorare a pieno regime per un periodo di tempo risibile, vicino alle tre ore. «Nel frattempo la tecnologia è andata avanti. Stiamo sperimentando soluzioni molto più efficaci, che hanno un'autonomia massima di 12 ore. Il minibus, così, potrà coprire un intero turno». Mentre a Trambus si sperimenta, però, la logistica dimostra di avere seri problemi nell’organizzare i flussi di materiali. Sembra impossibile, ma in un periodo lunghissimo non sono riusciti a far arrivare dalla Svizzera il quantitativo di batterie di nuova generazione necessario a servire l’intero parco vetture. La scusante dei ritardi di fabbrica per esigenze di personalizzazione regge fino a un certo punto.
Qualcosa, ad ogni modo, si è mosso. Dall’inizio del 2006, cinque bus sono stati utilizzati nel Municipio III. Altri quattro sono stati destinati alle scuole, come servizio a chiamata per bambini disabili. Ora però sono fermi per la pausa estiva. Un altro è in dotazione al IX Municipio a favore degli anziani, mentre è in corso una trattativa con l’Auditorium per riservare dieci bus ai loro abbonati. «Il nostro programma - ha concluso Allegra - è di utilizzare tutta la flotta. Il vostro sollecito, di cui vi ringrazio, ci ha stimolato a correre un pochino di più. Torniamo al piano che stiamo seguendo e contiamo di portarlo a termine». Certi punti ancora non convincono. Durante l’estate sarebbe logico sfruttare per usi alternativi i bus destinati alle scuole; inoltre andrebbe valutata attentamente l’opportunità della convenzione con l’accademia di Santa Cecilia. In tal caso, forse, l’uso delle vetture rimarrebbe circoscritto nel tempo a un numero troppo ristretto di beneficiari.
E sempre a proposito delle migliorie tecniche anticipate da Trambus, una in particolare salta agli occhi.

Per molte categorie di mezzi, incluse le vetture elettriche di cui sopra, è prevista a breve l’installazione di moduli satellitari. Serviranno a individuare in qualsiasi momento l’esatta posizione del veicolo. Per quelli fermi a Grottarossa, almeno per quest’anno, si può tranquillamente evitare. Sappiamo benissimo dove sono.

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