Roma

Bus «impazzito» semina il panico in centro

Un conducente della linea 3 colto da un improvviso malore travolge un semaforo e invade il marciapiede

Claudia Passa

S’è arrestata contro un pino, nei pressi di viale Aventino, la corsa di un autobus della linea numero tre, che sostituisce il tram. Ventisei i feriti compreso il conducente, 19 codici verdi e 7 gialli, per lo spettacolare incidente che ieri pomeriggio avrebbe potuto trasformarsi in tragedia.
Ai passeggeri sconvolti e spaventati, ai passanti che si soffermavano attoniti a guardare la carcassa distrutta del veicolo, è sembrato un miracolo che non ci sia scappato il morto. Qualcuno, come un diplomatico sudanese della Fao che si trovava a bordo con la moglie, quando ha sentito il botto ha visto per un attimo materializzarsi lo spettro degli attentati di Londra. E solo dopo, assieme agli altri passeggeri sconvolti e contusi, s’è reso conto di cosa era accaduto: l’autista Danilo Maurzì, 33 anni, è stato colto da un malore mentre, giungendo da viale Aventino, si trovava all’altezza dell’incrocio con via dei Cerchi, diretto verso il Colosseo e poi verso Porta Maggiore.
Uscire di strada è stata questione di secondi, il tempo di distruggere il semaforo al centro dell’incrocio in piazza di Porta Capena, finire sulla corsia opposta, imboccare contromano via di San Gregorio, salire sul marciapiede miracolosamente vuoto, sfondare il muretto con la cancellata che affaccia sull’area archeologica del Palatino, continuare a correre senza controllo per circa quindici metri fino all’impatto contro il tronco dell’albero.
Poteva essere una strage. Sarebbe bastato che lungo la traiettoria si trovassero a passare altri veicoli, o - peggio - dei pedoni. Invece fortunatamente il bilancio s’è limitato ai feriti, subito condotti negli ospedali San Giovanni, San Camillo e Fatebenefratelli. Nessuno versa in gravi condizioni, neppure l’autista che con gran fatica è stato estratto da una squadra di vigili del fuoco dalle lamiere della sua postazione distrutta, e che subito dopo ha detto al personale del San Giovanni di non ricordare nulla di ciò che era accaduto.
«È stata una cosa spaventosa - spiega Alexandra, funzionaria della Fao -; ho sentito un rumore di ferraglia, poi ho chiuso gli occhi fin quando non sono stata sbalzata contro un sedile». Salvatore, 32 anni, parla di «un urto terribile, con gente insanguinata per terra; io stesso - racconta - ero seduto sugli ultimi sedili mi sono trovato a metà autobus dopo essere andato a sbattere con il capo contro il sostegno. Per uscire ho aperto la porta posteriore con la leva di emergenza». Traumatica anche l’esperienza di Luciana, 28 anni, che inizialmente non s’era accorta di nulla. «Ho cominciato a capire qualcosa - dice - quando ho visto che l’autobus procedeva contromano. A quel punto è iniziato a crescere il panico tra i passeggeri, qualcuno ha aperto la porta della cabina dell’autista ed è tornato indietro urlando, forse perché il conducente non stava bene. Molte persone sono corse nella parte posteriore del mezzo, io invece ero vicino alla cabina, ho visto il pullman salire sul marciapiede e urtare contro il muro: mi sono inginocchiata e ho atteso l’impatto».

Non c’era altro da fare.

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