Mattia Sorbi
Il movimento prolife americano, lequivalente del nostro movimento per la vita, è tra i protagonisti di alcune delle più importanti battaglie politiche che oggi attraversano la vita pubblica americana. Sorto nel 1973 per contrastare la sentenza della Corte Suprema che legalizzò laborto in tutti gli Stati Uniti dopo il processo Roe contro Wade, si è via via imposto allattenzione dellopinione pubblica americana e internazionale per la sua capacità di mobilitare decine di migliaia di persone in nome della difesa della vita fin dal suo concepimento e influenzare il voto elettorale a favore dei candidati sensibili alla sua causa.
I prolife sono un movimento dopinione formato da cristiani, appartenenti ad altre religioni e non credenti, costituito dallunione di migliaia di piccoli gruppi indipendenti che ruotano attorno ad associazioni culturali, parrocchie, università e partiti politici. LAmerican Life League (All), il National Right to Life, il Feminists for Life of America e la Christian Coalition rappresentano davvero gruppi di pressione capaci di influenzare la politica del Congresso e della Casa Bianca. Ne abbiamo avuto prova pochi mesi fa durante il caso Terry Schiavo. Per tentare di capovolgere la sentenza del giudice della Florida che dava lautorizzazione al marito di Terry di staccare la spina alla macchina che teneva in vita la moglie condannandola così a una morte per disidratazione e fame, George W. Bush in persona, che vede il movimento prolife come uno dei suoi punti di riferimento, ha interrotto le vacanze nel suo amato ranch texano riunendo la Camera e il Senato nel giro di 24 ore, in una seduta senza precedenti nella storia del Congresso americano, per varare una legge ad hoc sul caso Schiavo e permettere alla famiglia di Terry dimpugnare la sentenza fino alla Corte Suprema degli Usa.
Anche se la Corte Suprema non ha deciso di prendere in considerazione di riunirsi per esaminare il caso è evidente che una tale influenza del movimento prolife sulla politica americana non si spiega solo attraverso una simpatia personale del Presidente per il movimento prolife. È maturata in questi anni in una parte consistente dellelettorato americano lopinione che la tutela di ogni vita umana fin dal concepimento rappresenti davvero un metro di misura per la scelta di un candidato che si presenti a una carica pubblica. Ecco dunque che alcuni dei politici più influenti dellamministrazione Bush sono apertamente prolife o vicini al movimento come il capo della maggioranza repubblicana al senato Bill Frist e quello alla camera Tom Delay. Attualmente il gruppo prolife sta lavorando per riformare il disegno di legge approvato da poco dal Senato che consentirebbe limpiego di fondi pubblici destinati alla ricerca sulle cellule staminali embrionali. Se il disegno di legge non sarà modificato prima di essere presentato a Bush con il divieto di finanziare tale ricerca vedrà il veto del Presidente.
A fine Maggio, grazie alla mediazione del senatore repubblicano John McCain, si è arrivati ad un accordo con sette senatori dellopposizione sulle nomine di alcuni giudici per le posizioni vacanti nelle corti dappello federali e alla fine i repubblicani hanno ottenuto lelezione di tre magistrati molto sensibili alle questioni del diritto alla vita. Ma la battaglia più importante in atto da parte dei repubblicani è tutta rivolta a cambiare gli equilibri della Corte Suprema degli Stati Uniti. Attualmente è composta da nove membri di cui sei in varie occasioni si sono pronunciati a favore del mantenimento della legge sullaborto e hanno rifiutato casi di revisione. A partire da questo mese di giugno, quando terminerà la sessione in corso della Corte Suprema, è molto probabile che uno dei suoi membri, William Rehnquist, presenterà domanda di ritiro per motivi di anzianità. Il magistrato ha compiuto 80 anni e non gode di ottima salute. La sostituzione di Rehnquist con un altro giudice da parte di Bush in questo caso non comporterebbe il cambiamento dellattuale maggioranza della Corte poiché Rehnquist è uno dei tre giudici a favore della revisione della legge sullaborto ma consentirebbe comunque di rinnovare la Corte in senso conservatore.
Tra i più tenaci sostenitori di una riforma della legge sullaborto in senso più restrittivo allinterno della Corte Suprema vi è il giudice di origine italiana Antonin Scalia Alcuni dei suoi ex collaboratori come il giudice Samuel A. Alito e Michael Luttig o la convinta giudice prolife Edith Jones potrebbero essere tra le possibili scelte di Bush non appena si presentasse un posto vacante allinterno della Corte Suprema. Lattuale momento politico è temutissimo dalle aree più estreme e liberali del Partito Democratico e dal movimento per la libera scelta in materia daborto, pro choice.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.