«Bush? Terrorista, non gli darei la mano»

«Bush? Terrorista, non gli darei la mano»

Lanciato verso il governo dal leader del Pdci Oliviero Diliberto, Gianni Minà torna alla ribalta. E il giornalista italiano, che vanta una personale amicizia con Fidel Castro, non nasconde di essere onorato dell’offerta fattagli dai comunisti italiani: sottosegretario agli Esteri; o Beni culturali con delega allo Sport. Che Minà abbia sempre avuto un debole per il dittatore cubano non è un mistero. E, intervistato dal Corriere lo ribadisce: «Con le sue illiberalità Castro è un esempio perché ha tenuto in piedi una politica antiamericana». I cattivi sono gli Stati Uniti, è chiaro. Domanda: «Stringerebbe la mano a Rumsfeld?». «Ma nemmeno a Bush, a Putin, ai cinesi, a chiunque massacra. Ci sono tremila desaparecidos negli Usa... La gente in galera sotto Fidel è meno grave dei desaparecidos di Bush.

E quello che è successo a New Orleans? Chi può parlare di Castro quando Bush protegge il terrorismo contro Cuba? Bush fa terrorismo. O crediamo ancora alla storiella del terrorismo degli Stati buoni e degli Stati cattivi?».

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