Busta con bossolo a Moratti Aperta inchiesta

da Milano

Insulti, minacce, il bossolo di un proiettile e i pallini di un fucile da caccia. Una lettera anonima scritta a mano, proveniente dal centro smistamento postale di Firenze, e recapitata il 14 marzo scorso alla sede dell’Inter. Destinatari il presidente Massimo Moratti e i suoi figli, Gabriele Oriali, Roberto Mancini e l’ex commissario straordinario della Figc Guido Rossi. Sull’episodio, il pubblico ministero milanese Gianluca Braghò ha aperto un fascicolo a carico di ignoti, per il reato di minacce aggravate.
«Avete vinto lo scudetto grazie alle intercettazioni - si legge nel messaggio -, vergognatevi, non lo meritavate». Quindi, gli insulti e le minacce, che gli investigatori ritengono «di profilo molto basso». In via Durini, nessuna intenzione di commentare. «Non ne ho proprio voglia», è la chiosa laconica di Moratti.


Il presidente nerazzurro ha ricevuto questa mattina la telefonata del commissario straordinario della Federcalcio, Luca Pancalli: «L’ho chiamato per esprimere la mia solidarietà, mi sembrava doveroso. Stiamo arrivando ad un clima che non era mai stato raggiunto».

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