Butta il cane giù dalla finestra Ora rischia 18 mesi di carcere

Ha fissato per qualche secondo il pittbul negli occhi quindi lo ha preso in braccio, con due salti ha raggiunto la finestra aperta, e lo ha buttato dal secondo piano. Un volo di sei metri finito nel peggiore dei modi: il cane per qualche istante ha guaito, ha provato a rialzarsi ma non ce l’ha fatta ed è morto. I vicini hanno chiamato i carabinieri che hanno individuato e denunciato il responsabile, un pregiudicato con problemi psichici. L’uomo ora, con la nuova normativa, rischia fino a un anno e mezzo di carcere.
A Rozzano, a sud di viale Lombardia, sorge un enorme quartiere di case popolari, dove le strade hanno tutte i nomi gentili dei fiori, anche se di gentile, da queste parti, capita ben poco. Una decina di anni fa, in mezzo ai brutti casermoni di via dei Garofani, un piccolo pregiudicato poco più che ventenne sparò una raffica di colpi contro un paio di rivali suoi coetanei. I due morirono, ma con loro anche una bimba di 3 anni e un pensionato. Due incroci più avanti c’è invece via delle Primule, altri brutti casermoni abitati da molta gente per bene, ma anche da qualche personaggio stravagante. Come quel palermitano di 43 anni noto alle forze dell’ordine per una lunga sfilza di precedenti: ricettazione, violenza e resistenza a pubblico ufficiale, tentato omicidio per aver aggredito un uomo che aveva rivolto a suo dire apprezzamenti alla moglie. I vicini lo temono per la sua violenza e i suoi scoppi di rabbia, causati da una certa instabilità mentale. Sembra per questo sia anche in cura presso un centro di igiene mentale.
Un tipo che il quartiere ha imparato da tempo a conoscere per le sue stranezze, l’ultima delle quali nella notte tra il 6 il 7 aprile. L’uomo era solo nell’appartamento con il suo pittbul maschio di 9 anni, razza di cui di solito bisognerebbe avere paura. Invece chi aveva qualcosa da temere era proprio l’animale che se ne stava tranquillo a sonnecchiare, quando è stato preso in braccio dal suo proprietario e lanciato dalla finestra.
L’animale è piombato sull’asfalto guaendo disperato e attirando così l’attenzione dei vicini che hanno lanciato l’allarme. Sul posto sono arrivati i carabinieri della tenenza di Rozzano e i volontari della Protezione animali. Per la povera bestia però non c’era niente da fare, agonizzante, si è lamentata ancora per un po’, poi è morta. I militari sono saliti al secondo piano e hanno interrogato il pregiudicato che non ha saputo spiegare il motivo del suo gesto. Anzi ha spiegato ai carabinieri come la bestia non avesse dato alcun segnale di aggressività. Insomma un gesto del tutto gratuito e per questo perfettamente rientrante nel primo articolo dell’articolo 544 bis, approvato nel 2004.

Il quale parla espressamente di uccisione di animali con «crudeltà o senza necessità» prevedendo una condanna che può variare da un minimo di tre mesi a un massimo di un anno e mezzo. Considerando i precedenti penali del palermitano, è facile prevedere una certa severità da parte dei giudici.

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