Nell'eterno dubbio se si venga più notati a esserci o a non esserci, la Prima della Scala regala una serata di notorietà ai (forse) ministri e presidenti rimasti a Roma per rimestare nel pentolone della crisi del governo e soprattutto del Pd. Incredibilmente invisibile, invece, il cappottino simil loden di Mario Monti. Stessa sorte a fianco a lui per il suo fu ministro Corrado Passera. Sic transit la gloria di un mondo dove la durata media dei governi è di un annetto o poco più e i 12 mesi tra un Sant'Ambrogio e l'altro sono l'era geologica che archivia l'alterigia di un potere il cui declino ha il tempo del battito d'ala di una farfalla. Magari di quella Madama Butterfly nella sua prima versione riportata dal maestro Riccardo Chailly su quel palco dove 112 anni fa fu massacrata dai «cannibali», come si avventò sugli spettatori Giacomo Puccini reduce da una catastrofe.
Un pregevole recupero filologico e un buon successo, invece, per la serata che ha inaugurato un'altra stagione scaligera che porta nelle casse dell'indotto 50 milioni. Il miglior biglietto da visita di una Milano che lavora e produce, mentre a Roma si briga per poltrone e strapuntini. Il rito bizantino contro quello ambrosiano.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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