C’è anche il film della Comencini tra i respinti da Venezia e Cannes

da Venezia

Lo stato d'animo degli abitanti del Lido? Eccolo, in sapido dialetto locale: «Ancora naltro ano e a Roma i fa anca ea Regata storica» (un anno ancora e vedrete che a Roma fanno pure la Regata storica). Non che la gente qui si scaldi più di tanto per la Mostra, vissuta, con l'eccezione di ristoratori, tassisti e albergatori, come una rottura. Eppure il titanico scontro di campanili per una volta ha coinvolto il più distratti, almeno sul fronte delle «ciacole». Poi il caso ci mette lo zampino: per cui succede che la pre-apertura ufficiale, ieri sera nell'Arena di Campo San Polo, venga affidata per ironia della sorte alla copia restaurata di Roma città aperta.
Roma, sempre Roma: una maledizione. Per quanto, sul piano dei famosi «scarti», le indiscrezioni disegnano un quadro che sembra confermare la versione di Müller: in effetti sia The Name Sake di Mira Nair sia Giardini in autunno di Otar Iosseliani sarebbero approdati alla Festa romana dopo essere stati visti e rifiutati, tra marzo e aprile, da Cannes e Venezia. Diverso il percorso di A casa nostra, di Francesca Comencini: una divergenza di opinioni all'interno della commissione veneziana (Müller era per il concorso, quattro dei suoi esperti proponevano la sezione «Orizzonti») ha spinto il film verso la Festa capitolina.
Intanto, qui nella cittadella della Mostra, si stanno dando gli ultimi ritocchi al make-up. Per il terzo anno consecutivo i sessanta e passa Leoni d'oro di Dante Ferretti adornano la facciata del vetusto Palazzo. Stessi varchi con metal detector della scorsa edizione, la Lancia al posto di Citroën come auto ufficiale del festival, stand, padiglioni e tendoni in quantità. Stasera si parte con The Black Dahlia, lo stilizzato noir che Brian De Palma ha tratto dal romanzo Dalia nera di James Ellroy (quando uscirà nelle sale, il 29 settembre, resterà purtroppo il titolo inglese, con quella «h» di Dahlia un po' incongrua). Trattandosi di prima mondiale, ci sarà il pienone sul red carpet, insomma sulla passerella: le protagoniste Scarlett Johansson e Hilary Swank, l'attore Josh Hartnett (che di Scarlett è il nuovo ganzo), il regista, lo scenografo Ferretti e tanti altri. Più il bel mondo della moda e della politica, da Anna Molinari a Carla Fendi, da Francesco Rutelli a Linda Lanzillotta (forse pure Giovanna Melandri).
Apertura ufficiale alle 19, in Sala Grande, ripresa in diretta da RaiSat, madrina della serata Isabella Ferrari; dopo il film, lungo due ore, tutti i mille e cento spettatori si ritroveranno sulla spiaggia davanti all'Excelsior, sotto la tensostruttura trasparente, per la consueta festa-cena a tema. Sono previsti dodici minuti di fuochi artificiali.

Sussurra la Ferrari: «Della Mostra ho ricordi brutti e belli, fischi per Appuntamento a Liverpool, applausi e un premio per Romanzo di un giovane povero. Ora, a 42 anni, sono più tranquilla. Se mi guardo allo specchio, mi piaccio. È già tanto. Stasera sorriderò molto e cercherò di non prendere papere». Brava.

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