«I lavoratori del Carlo Felice stiano tranquilli: nessuno toccherà i loro stipendi» esordisce il sindaco Giuseppe Pericu, in occasione di unimprovvisata conferenza convocata in seguito a recenti articoli di stampa. E aggiunge subito: «Le manifestazioni di protesta e gli scioperi non avranno mai le mie critiche: sono tutti legittimi e giustificati da una preoccupazione per il futuro». Ma basta con gli equivoci sul presunto «buco» nei fondi pensione (annunciato ieri dal quotidiano Il Secolo XIX) e sul mantenimento dei diritti acquisiti: «L'idea che i soldi del fondo pensioni in qualche modo abbiano una connessione con il bilancio del Teatro negli ultimi dieci anni è inesatta - precisa il sindaco -. La vicenda risale ad almeno 15 anni fa». Della questione, che potrebbe avere imminenti sviluppi, si sta comunque occupando la pm Valeria Fazio. In proposito, l'avvocato Ennio Pischedda, che assiste alcuni dipendenti del teatro (del sindacato Snater), ha depositato ieri un'istanza per avere copia della relazione che, qualche tempo fa, Ermanno Martinetto, commissario nominato dalla Covip, che vigila sui fondi pensione, aveva presentato in procura. Secondo quanto sostiene Martinetto i soldi che dovevano costituire il fondo integrativo pensioni dei lavoratori sarebbero stati distratti e utilizzati per altri fini. Quando il legale dei dipendenti potrà visionare la relazione e nel caso ravvisasse i presupposti per una denuncia la vicenda potrebbe sfociare in una vera e propria inchiesta. «La vicenda dei fondi pensione - sottolinea ancora Pericu - comincia nel 1971, ma dal 1991 ha una gestione totalmente indipendente dalla gestione del teatro e quindi ben prima che il teatro si trasformasse in Fondazione. L'idea che i soldi del fondo pensioni in qualche modo abbiano una connessione con il bilancio del Carlo Felice - conclude Pericu - negli ultimi dieci anni è inesatta. Questa vicenda ha comunque turbato molto le relazioni industriali nel nostro interno perché si tratta di una cosa ingiusta. Ma il realtà l'ingiustizia si è maturata negli anni '90, perché era in quel momento che andava bloccato tutto e la legge dello Stato avrebbe dovuto stabilire modi di soluzione del problema».
In considerazione dei tagli nei finanziamenti pari a 4 milioni di euro per la prossima stagione e con una conflittualità interna molto forte, che ha portato alla dichiarazione di sciopero da parte dei lavoratori dipendenti, «la cosa principale che dobbiamo fare - insiste il sindaco - è una denuncia pubblica della situazione, che deve però avere segnali forti, così da determinare un diverso orientamento da parte di altri enti pubblici, imprese, cittadini, in modo che il sacrificio economico sia ridotto».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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