C’è il calcolatore che determina i limiti di rischio

Dietro al motto «i soldi li trovi in casa» si cela il new deal del credito al dettaglio. La formula è già ampiamente diffusa Oltreoceano e in Gran Bretagna, mentre in Italia si sta affacciando ora. Si tratta degli home equity loans, i prestiti che usano l’immobile di proprietà come garanzia. Il meccanismo è semplice: se l’abitazione vale 200mila euro e 120mila è il valore del mutuo sottoscritto per acquistarla, restano eventualmente da impegnare 80mila euro. Attraverso un’ulteriore ipoteca, una sorta di secondo mutuo, è possibile ottenere un prestito per un ammontare, utilizzabile per le esigenze di liquidità più varie, che può raggiungere l’intera somma. Il vantaggio è un finanziamento a tassi più bassi di quelli tipici del credito al consumo. Ma ovviamente, se non si pagano le rate, si rischia la casa. Negli Usa numerose famiglie hanno fatto il passo più lungo della gamba, e l’insolvenza ha avuto chiare ripercussioni sui mercati finanziari. In Italia, nonostante le periodiche grida di allarme, l’indebitamento, pur sostanzialmente cresciuto nell’ultimo decennio grazie al massiccio ricorso a mutui e prestiti, è ancora lontano dai livelli di guardia. I dati dell’Ocse lo confermano, attribuendoci, tra i Paesi occidentali, una ricchezza familiare lorda seconda soltanto a quella della Spagna e, al netto dei debiti, superiore anche a questa; un patrimonio che nel 2004 ammontava in media a circa 10 volte il reddito annuo.
Il sovraindebitamento, come fenomeno sociale, da noi non esiste. E i più indebitati, rivela la Banca d’Italia, sono i più ricchi, che se lo possono permettere.

Prevenire, però, è sempre meglio che curare, e allora ecco il nuovo calcolatore di Assofin, pronto al debutto sui siti di tutti gli associati. In base ai parametri reddituali e di spesa determinerà l’esposizione massima che una famiglia può concedersi senza rischiare l'insolvenza.\

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