C’è la commedia degli equivoci dentro la «Pignatta» plautina

In mostra dipinti, acquerelli e disegni dell’artista e patriota

Irene Liconte

Un vecchio avaro e un giovane ossequioso discutono animatamente: il vecchio si lamenta di aver subito un furto dall'altro, esige che il maltolto gli venga restituito; il giovane, garbato e condiscendente, lo rassicura che riparerà al torto che gli ha inflitto e si dichiara disposto, con il massimo candore, a tenersi ciò che osato profanare al vecchio. È il culmine degli equivoci della «Aulularia» (La Pignatta) di Plauto, in scena il 13 luglio alle ore 21 e 15 in piazza S. Matteo, per la regia di Daniela Ardini.
La trama è incentrata sulle vicissitudini di Euclione, avaro per natura e povero per scelta: la pentola d'oro che i numi tutelari della casa gli hanno donato viene infatti trasferita da un nascondiglio all'altro dal vecchio, ossessionato dalla paura dei ladri. E quando intorno a casa sua cominciano a circolare loschi figuri, dal ricco Megadoro che vuole sposare la figlia di Euclione, a Liconide, nipote di Megadoro, che ha violentato e messo incinta la ragazza in preda all'ubriachezza e vuole riparare sposandola, Euclione cerca asilo per il suo oro addirittura nel tempio della Fede. Con questa commedia il festival di Lunaria inaugura i «percorsi della mente e dell'anima» in un'ottica filologica, oltre che psicologica: non solo viene analizzata l'avarizia paradossale del protagonista, ma si indaga sulle radici classiche dei grandi avari del teatro.

La messinscena è rutilante, vivacizzata da duetti canori tra i personaggi, arrangiati su canzoni degli anni '30, i costumi, fantasiosa rivisitazione di abiti romani, e la scenografia, essenziale e vivace, sono opera di Giorgio Panni. Tutti bravi nel cast, con Mario Marchi protagonista e autore dell'adattamento.

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