C’è il confessore del Manzoni tra i beati milanesi

Don Serafino Morazzone beato. Ne sarà felice Alessandro Manzoni, che lo ha avuto come confessore. Nel Fermo e Lucia, cioè già nel 1823, descrive il curato di Chiuso come un santo: «Egli era pio in tutti i suoi pensieri, in tutte le sue parole, in tutte le sue opere... Se ogni uomo fosse nella propria condizione quale egli era nella sua, la bellezza del consorzio umano oltrepasserebbe le immaginazioni degli utopisti più confidenti».
La stima di Manzoni in colui che il cardinale Schuster definirà «novello curato d’Ars» era tale che lo spinse a uno sfacciato anacronismo e cioè a citarlo con nome e cognome nel romanzo ambientato in pieno Seicento. Il panegirico di Manzoni, primo “postulatore” della causa, si concludeva con amarezza: «In questo momento io sento un rammarico di non possedere quella virtù che tutto può illustrare, di non poter dare uno splendore perpetuo di fama a queste parole: Prete Serafino Morazzone Curato di Chiuso».
Ci sono voluti due secoli ma adesso don Serafino sarà beato. Non è ancora santo per la Chiesa universale (ciò che dà la teologica certezza della sua presenza in Paradiso), ma le persone a lui devote o la gente della sua diocesi possono serenamente pregarlo e anche imitarlo. La cerimonia sarà fissata a breve e don Serafino troverà così il suo posto nel calendario liturgico ambrosiano: la data più probabile sembra giugno. Il decreto che autorizza la beatificazione è stato firmato ieri da Papa Benedetto XVI e l’annuncio di Radio Vaticana lo ricorda come «un sacerdote milanese che ha dedicato la sua vita al sacramento della Penitenza». Insomma, don Serafino nella sua parrocchia a Chiuso di Lecco ha confessato moltissimo e Manzoni è solo il suo penitente più famoso.
Tra i prossimi beati c’è anche il brianzolo padre Clemente Vismara, che combatté in prima linea durante la Prima Guerra Mondiale prima di diventare sacerdote del Pime e partire come missionario in Birmania. Lì viveva in una capanna di fango, aiutava senza mai stancarsi poveri, orfani e lebbrosi e si avventurava ovunque per portare la Comunione nei villaggi più sperduti. È morto a Mong Ping nel 1988, a 91 anni.


Presto beata ancheEnrichetta Alfieri, suora della Carità, nata a Borgovercelli nel 1891 e morta a Milano nel 1951, conosciuta come l’Angelo di San Vittore per aver protetto e salvato molti detenuti ebrei: sorpresa con un messaggio clandestino, finì anche lei in prigione.

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