«C’è Ferrante dietro il blitz degli studenti»

Il candidato della Cdl: «Una manifestazione all’insegna della menzogna e dell’intimidazione»

Gianandrea Zagato

«Quest’occupazione toglie la maschera di alfieri della legalità a Bruno Ferrante e ai partiti dell’Unione che lo sostengono». Nota del comitato Lista Moratti che denuncia «la regia dell’ex prefetto» dietro l’occupazione della sede dell’Ufficio regionale scolastico in piazza Diaz. Irruzione firmata dai collettivi studenteschi di Milano, con tanto di volantino siglato da ReteScuole ovvero da quell’organizzazione contigua al centrosinistra che contesta la riforma Moratti.
Protesta contro «la “MorAttila“ della devastazione della scuola pubblica, l’incubo peggiore che possa capire alla città» che segue gli ottanta e passa presidi organizzati dall’Ulivo davanti alle scuole, dove non sono certo mancati gli spottini pro candidati della lista Ferrante. Manifestazioni all’insegna «dell’intimidazione e della menzogna», sostiene il comitato Lista Moratti. Risultato? «Amplificare le bugie e i dati sugli effetti della riforma Moratti».
Metodo di propaganda politica che ha suscitato non poche reazioni tra i genitori e gli studenti, «in parecchi istituti sono apparsi infatti tazebao in favore della riforma e dei suoi benefici per studenti, docenti e famiglie». La prova? È online sul sito www.veritasullariforma.com che, in appena due-tre giorni, ha già raccolto qualcosa come quarantamila contatti «di consenso a questa campagna di chiarificazione e ristabilimento della verità su una legge di riforma della scuola, fondamentale per la modernizzazione del Paese». Risposte tempestive e concrete dei milanesi contro quell’occupazione illegale «orchestrata dagli estremisti, che fanno capo ad alcune liste elettorali apparentate con l’ex prefetto», come precisa l’annotazione del comitato Lista Ferrante, che costringe l’aspirante sindaco del centrosinistra a dissociarsi pubblicamente: «Condanno qualsiasi gesto violento e illegale, che è intollerabile in una società democratica. Tutto quello che va al di fuori delle regole va disapprovato».
Commento laconico dell’ex inquilino della Prefettura che, nell’ultimo giorno di campagna elettorale, sceglie di attaccare Letizia Moratti con anche qualche caduta di buon gusto: «Non si è mai vista a Milano nei momenti difficili», «non frequenta certo i mercati all’aperto per fare la spesa come una persona normale» e «non sa quali sono le funzioni del sindaco, escludendo il protocollo alla prima scaligera dove il sindaco accoglie gli ospiti». Uscite che Ferrante accompagna con una sua soggettiva certezza: Letizia Moratti «non ama Milano quanto lo amo io» e per testimoniarlo estrae un’ultima proposta in extremis, la «mutua dei milanesi che garantirà prestazioni integrative e aggiuntive rispetto a quelle già previste dal sistema sanitario nazionale». Ma, attenzione, è una proposta che «va approfondita per il quadro normativo, gli assetti organizzativi e la struttura finanziaria». Come dire: è tutto ancora da inventare, esclusa la denominazione.
Già, la «mutua» non c’è nel programma elettorale di Ferrante. O, forse, c’è in «quelle idee varie e innovatice», così le definisce Ferrante, che quotidiamente sono declinate all’interno della sua coalizione.

Quell’Unione che pensa ancora possa bastare ai milanesi un po’ di assistenzialismo: «Sbagliato. Bisogna abbassare le tasse, lasciare più soldi ai cittadini, liberi dunque di spenderli come meglio credono» chiosa Letizia Moratti, che non spende una parola per commentarer gli insulti del suo competitor.

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