«Gentile signora, ci siamo sentite al telefono circa una decina di giorni fa. Mi scuso per questo ritardo, ma aspettavo che mi consegnassero i soldi dello stipendio. Le allego a questo scritto 50 euro. Spero che le facciano comodo. Da parte mia prendo limpegno di aiutarla tutti i mesi». Emma appoggia la lettera di Nicoletta sulle ginocchia, alza lo sguardo e si asciuga le lacrime. «Vede, ogni volta che la leggo mi commuovo. Chi lavrebbe mai immaginato che ci fossero tante persone così buone». Avevamo raccontato la storia di Emma sulle pagine di questo giornale, della sua battaglia quotidiana per arrivare alla fine del mese con cinque euro, la cifra che le rimaneva dopo aver tolto laffitto e le spese per vivere. Oltre a qualche piccolo risparmio, messo da parte cucendo gli orli di gonne e vestiti.
Settantasei anni, vedova. Il mestiere di sarta che ha imparato quando era ragazzina e che fino ad ora le ha permesso di guadagnarsi qualche soldo e un figlio che le ha portato via tutto ciò che le era rimasto. (...)
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