Si può chiamarli mal di pancia, malumori, divergenze di opinione. Oppure battaglie tra correnti. E anche se il termine non è apprezzato nel Pdl, forse è quello che rende meglio ciò che succede. Protagonista milanese lex coordinatore Guido Podestà e alcuni uomini della galassia Cl. Mario Mantovani, coordinatore regionale del Pdl, esce allo scoperto: «Si sta creando una guerra contro il partito che non condivido. Ci sono i luoghi deputati al dibattito interno al partito e non sono i giornali. Ci sono sedi opportune per dialogare». Nelle settimane scorse Mantovani ha scritto al presidente della Regione, ai presidenti delle Provincie e ai sindaci del Pd: «Ho mandato una circolare in cui si chiede di coinvolgere nelle società pubbliche persone con professionalità ed esperienza. Ho rivendicato il dovere e diritto del partito di vigilare e di conoscere le persone che entrano nelle istituzioni, per evitare familismi e conflitti dinteresse».
Podestà era stato fin troppo chiaro. «È necessario concordare con il partito ogni nomina afferente listituzione, che grazie allo stesso partito governi» aveva scritto Mantovani agli amministratori del Pdl. E Podestà: «Lesigenza manifestata dal coordinamento regionale suscita perplessità e stupore per le fuorvianti e confuse commistioni di ruoli e funzioni connotate da illecita invadenza e diffamante esortazione».
In ballo ci sono questioni concrete, a partire dalle nomine della Provincia, un pacchetto di 150 enti, diventati vitali a causa della sconfitta a Palazzo Marino che ha estromesso il Pdl dalla stanza dei bottoni comunali. Così le decisioni da prendere sui Servizi idrici, Tam, Tasm, Amiacque, già di per sé pesanti, sono diventate macigni. Amiacque è la società pubblica che dal gennaio 2009 è l'unico soggetto operativo responsabile delle attività di erogazione del Servizio Idrico Integrato della Provincia e di numerosi comuni delle Province di Pavia, Monza e Brianza, Como e Varese. Le prove generali di contrasto si sono svolte sul palcoscenico di Tam, Tutela ambientale del Magentino. Al momento delle nomine il presidente della Provincia ed ex coordinatore regionale del Pdl, Podestà, si è presentato con una controlista di candidati alternativi a quelli ufficiali voluti da Mantovani e dal partito. Un casus belli non isolato. In discussione cè anche il rimpasto in Provincia, di cui in casa Podestà si continua a parlare senza che il partito sia stato consultato. Pure in questo caso la disfatta di Palazzo Marino contribuisce ad acuire le sensibilità. Gli assessori più a rischio sono Paolo Del Nero (Industria, Pmi, Artigianato), Silvia Garnero (Moda e Eventi), Roberto Cassago (Personale e Semplificazione). Il primo è vicino a Roberto Formigoni, la seconda è nipote di Daniela Santanchè, il terzo è di area colucciana. A questa terna di pericolanti si è aggiunto Luca Squeri, assessore al Bilancio vicino al coordinatore Mantovani. Qualcosa di più di unintenzione, che suona come sfida per la leadership del partito in vista dei congressi dautunno. Tra le competenze che potrebbero essere oggetto di rimpasto anche quelle attualmente in mano a Podestà: Ambiente, Partecipate e Idroscalo. Il presidente dopo lelezione aveva annunciato che avrebbe redistribuito le deleghe a metà mandato. Adesso il timore nel partito è che in tutte queste decisioni proceda «in proprio», o in accordo con altre correnti, scegliendo persone a lui vicine e senza osservare le indicazioni della segreteria.
Altra questione aperta i rapporti tra gli ex An e gli ex azzurri.
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