Anche i più accesi sostenitori del petrolio lo sanno: prima o poi, loro nero finirà. E anche se così non fosse, i suoi costi ambientali risultano ormai insostenibili. Il problema che il settore dellautomotive si trova oggi di fronte, dunque, è: su quale alternativa puntare? LandiRenzo la sua scelta di campo lha fatta ormai da qualche anno, chiara e inequivocabile: no ai biocarburanti, che oltre a generare uninaccettabile impennata verso lalto dei prezzi alimentari - dovuta alla riconversione delle coltivazioni - sono in grado di coprire il fabbisogno solo di una minima parte del parco circolante. E sì, invece, allidrogeno. Unopzione, certo, che presenta ancora alcune criticità, a cominciare dalla sicurezza per finire ai costi di produzione, per ora decisamente non competitivi rispetto a benzina e diesel. E sulla quale, tuttavia, il colosso emiliano ha deciso di investire massicciamente, a cominciare dalla costruzione di un nuovo Centro ricerche che sarà completato entro il 2010 e che proprio nello studio delle applicazioni relative allidrogeno troverà uno dei suoi principali campi dattività.
A dare ulteriore impulso a questo impegno, poi, è arrivato lanno scorso laccordo di partnership tecnologica con General Motors, in base al quale LandiRenzo svilupperà e produrrà industrialmente uno speciale componente meccatronico in grado di fornire la giusta quantità didrogeno alle celle a combustibile montate sulle vetture del costruttore statunitense.
\
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.