I fatti sono già a conoscenza dei lettori. Li abbiamo riportati anche noi ieri e ne hanno parlato radio e tv. La solita rapina in un villino, stavolta a Ramazzano, provincia di Perugia. Le solite violenze. Le solite crudeltà. Ma in questa circostanza c’è stata una appendice tragica. Il figlio dei padroni di casa, Luca Rosi, 38 anni, si libera dei legacci con i quali era stato immobilizzato e cerca di impedire che i banditi si portino via la sua fidanzata Mary, 34 anni. Teme vogliano stuprarla. E loro (accento straniero, forse slavi, non si sa) gli sparano alla coscia, poi lo freddano con un colpo al cuore. Episodi di questo genere siamo stanchi di leggerli, di scriverli e di commentarli. Stanchi che succedano, per l’esattezza. Ci rendiamo conto: non è facile prevenirli. I criminali sono sempre esistiti e sempre esisteranno. Eliminarli? Progetto troppo ambizioso. Oddio, qualche difesa si può e si deve adottare: sistemi d’allarme, telecamere, protezioni alle finestre, porte blindate. Tutta roba utile per scoraggiare i malviventi e indurli a ripiegare su obiettivi più deboli. Ma garantirsi la sicurezza, l’inattaccabilità al cento per cento è pressoché impossibile.
Il problema che vorremmo sollevare è un altro. Ipotizziamo che Luca Rosi fosse stato armato e avesse premuto il grilletto, prima di essere steso, e ammazzato i delinquenti. Oggi i mezzi di comunicazione non sarebbero qui a celebrare un eroe morto per amore della ragazza in pericolo, ma ci racconterebbero che egli è finito sotto inchiesta, rischia l’arresto e una pesante condanna, perché nel nostro Paese solo eccezionalmente (cioè mai) viene ammessa dalla legge, e dai giudici, la legittima difesa.
Un poveraccio vittima di un sopruso - rapina, furto, aggressione eccetera- non ha facoltà di reagire d’impeto,senza sottilizzare se davanti a sé vi sono uomini con la pistola, il coltello o altro. Nossignori. Se desidera stenderli è obbligato ad accertarsi che abbiano in pugno, o in tasca,un’arma di pari potenzialità della sua. In caso contrario, è pregato di tenere le mani a posto. Al massimo, qualora venga preso a cazzotti, gli è consentito dare il via a un match di pugilato. Due contro uno? Questo è ininfluente.
Nella sfortunata eventualità che il grassatore non dimostri la maggiore età, all’aggredito conviene fare un’altra verifica: scusi caro criminale, le dispiace mostrarmi un documento di identità? Chi stecchisse un minorenne, sarebbe rovinato. La situazione è questa, al di là dei paradossi. Sono note le disavventure di gioiellieri e tabaccai cui è capitato, nella concitazione di una rapina, di mandare al cimitero un delinquente: processi, avvocati, interrogatori, arresti domiciliari, galera. A discrezione dei giudici.
Per non avere grane,c’è un solo modo: farsi uccidere e così sia. Ladri e farabutti vari, in Italia godono di un trattamento giudiziario di maggiore riguardo rispetto alle loro vittime. Il motivo è ideologico. È passata da molti anni l’idea (classista) che essi siano diventati malavitosi perché poveri, ovvero spinti a delinquere dalla necessità. Hanno avuto un’infanzia tribolata, infelice, quindi sono meritevoli di compassione. Mentre chi si ribella al carnefice per salvaguardare la propria incolumità o, peggio, il patrimonio, è un essere spregevole privo di valori, dato che la proprietà privata è una schifezza da abolire.
Non c’è stato un governo (una maggioranza) capace di modificare il codice nella parte che disciplina la legittima difesa. Appello ai tecnici e ai professori: provateci voi, per favore.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.