C’è una pista cinese per la fuga di segreti sull’auto elettrica

Ombre cinesi sulla vicenda di spionaggio industriale che fa tremare la casa automobilistica francese Renault, mettendo a rischio il progetto di auto elettrica, il più importante del marchio francese. Secondo Le Figaro, Renault «sospetta un elemento cinese». L’affaire sarebbe talmente grave che «i servizi segreti francesi hanno aperto un’indagine che privilegia la pista cinese». Dopo che il ministro dell’Industria Eric Besson ha affermato che il Paese è bersaglio di «una guerra economica», è sceso in campo anche l’Eliseo e Sarkozy avrebbe già incaricato i servizi di intelligence per indagare sul coinvolgimento della Cina. Lunedì la casa ha sospeso tre top manager perchè sospettati di spionaggio industriale. Uno di questi è Mathieu Tenenbaum, il responsabile del programma di auto elettriche. I segreti filtrati alla concorrenza riguarderebbero la futura generazione di batterie e il sistema a propulsione elettrica che dovrebbero arrivare sul mercato non prima del 2012. Alcuni brevetti non ancora registrati potrebbero essere stati venduti a intermediari specializzati nell’intelligence economica, con destinatario finale in Cina.

All’agenzia France Presse, lo specialista di spionaggio cinese Roger Faligot conferma l’interesse di Pechino per l’auto elettrica. L’industria automobilistica cinese lavorerebbe «a stretto contatto» con i servizi segreti: «Le imprese cinesi hanno grossi budget per la ricerca - dice - una parte viene usata per comprare le persone».

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