«C’è voglia di riscatto ma adesso serve la riforma dei Trattati»

«I mercati? Evidentemente non conoscono la locuzione latina in medias stat virtus». Angelo Drusiani, esperto in gestioni di Banca Albertini Syz, commenta tra il serio e il faceto i rialzi che ieri hanno allentato la tensione sui mercati finanziari. «Le mezze misure non appartengono ai mercati - continua - ma va anche detto che c’è una gran voglia di rimbalzo perché la caduta è stata eccessiva essendo stata determinata dalle ipotesi fantasiose sulla fine dell’euro, o di default dell’Italia».
A proposito dell’Italia: Fmi e Commissione Ue si sono affrettati a smentire l’esistenza di un piano da 600 miliardi a favore del nostro Paese. Che effetto avrebbe un sostegno di questo tipo?
«Un duplice effetto. Sotto il profilo psicologico potrebbero esserci ripercussioni negative; una richiesta di aiuti non viene sempre giudicata con favore. Dal lato pratico, tuttavia, i benefici sarebbero evidenti: l’Italia potrebbe permettersi di bloccare il collocamento di titoli di Stato per un paio di anni, pagando all’Fmi tassi di interesse ben al di sotto di quelli chiesti attualmente dagli ivestitori».
La Germania ha confermato di lavorare con la Francia a una riforma dei Trattati in stile Shengen. È questa la via da seguire per provare a risolvere la crisi del debito sovrano?
«I mercati hanno finora punito la mancanza di una linea strategica unica da parte dell’Europa. Una posizione condivisa sulla revisione dei Trattati, anche se l’innesco deriva sempre dalla diarchia Parigi-Berlino, potrebbe garantire la svolta. Soprattutto se già l’8 dicembre, al vertice dei capi di Stato, si profilasse un accordo».


In quale direzione dovrebbe andare il nuovo Trattato?
«Posto che il fondo salva-Stati Efsf deve ancora essere reso operativo, credo che sia necessario affidare alla Bce maggiore autonomia, dando all’istituto guidato da Draghi la possibilità di comprare titoli di Stato sul mercato primario e fissare i tassi di rendimenti. Tutto ciò implica la perdita di sovranità dei singoli Stati e sanzioni automatiche per chi non rispetta le regole, ma si tratta di mali minori».

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