(...) Ci volevano la testardaggine, l'abilità e la forza di Scajola per trasformare in progetto concreto quello che, fino a poco tempo fa, era poco più di un ritornello nostalgico per ingegneri e addetti ai lavori. Modernizzare l'Italia richiede, appunto, coraggio e visione: qualità che a Scajola non mancano. È questo rispetto che mi porta a svolgere alcune riflessioni anche sul Pdl e su Genova.
La leadership di Scajola è stata, negli scorsi anni, talmente forte da segnare profondamente il partito. Ciò ha avuto evidenti conseguenze positive. In questi frangenti succede, è quasi inevitabile, che taluni personaggi di modeste capacità saltino sul carro del vincitore. Il confine tra fedeltà e opportunismo, tra collaboratori leali e satrapi di scarso valore e grande eloquenza, non sempre è così netto.
Credo converrai che io non sono un cacicco: e penso sia anche per questo che, nonostante talune divergenze, rare in un contesto di consensi unanimi, Scajola mi ha nuovamente proposto come candidato sindaco per Genova, nonostante qualcuno abbia tentato in ogni modo di inquinare i nostri rapporti. A loro posso solo dire: la trasparenza e la lealtà mi hanno reso libero e mi hanno consentito di parlare con Scajola guardandolo negli occhi.
Mi sono permesso di divagare su questioni che mi riguardano da vicino per far meglio capire la mia opinione agli elettori e ai militanti del Pdl ligure: è il senso di responsabilità e il debito intellettuale e politico verso Scajola a spingermi a porre, con forza, il problema del futuro del Pdl. Riconoscere che c'è un vuoto nel Pdl ligure non significa sminuire il lascito di Scajola. Significa, semmai, ammetterne la grandezza e la centralità. Ma se tanto dobbiamo all'ex ministro, allora non possiamo nascondere la polvere sotto il tappeto.
Quando Scajola avrà fatto pulizia e tornerà a occuparsi del partito non vorrà ricevere da noi lo scheletro esangue di un partito di servi. Come nella parabola evangelica, non renderemmo alcun servizio, a lui e alle idee e passioni comuni, sotterrando il talento che abbiamo ricevuto. Dobbiamo, viceversa, mettere a frutto quello che ci ha lasciato, creando le condizioni per conquistare, nel 2012, il comune e la provincia di Genova.
Dobbiamo rimboccarci le maniche, lavorare, faticare, e dimostrare a Scajola, e ai tanti cittadini genovesi e liguri che in lui hanno creduto, che ci siamo guadagnati e meritati la sua fiducia.
*senatore del Pdl
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