Scienze e Tecnologia

Una cabina e la moda diventa hi-tech

Alla Rinascente di Milano un ambiente virtuale progettato da Ibm dove vedere, ascoltare e persino annusare le creazioni degli stilisti

Una cabina e la moda diventa hi-tech

Per non perdere acquirenti e accrescere il proprio giro di affari, le aziende devono accattivare i clienti e puntare alla fidelizzazione. Da oggi esiste un mezzo innovativo con cui raggiungere l’obiettivo: la cabina multisensoriale progettata da Ibm. Il box è stato presentato a Milano, durante la quarta edizione del convegno “Moda e Tecnologia”, e ha calamitato l’attenzione generale del settimo piano de La Rinascente, dove è a disposizione di chiunque desideri provare questa inedita customer experience.

Il prototipo misura 4x6 metri - ma la struttura può raggiungere dimensioni superiori - e permette ai clienti di “vivere” un prodotto, perché attiva vista, udito e olfatto. L’impatto è simile a quello di una sala cinematografica in scala ridotta: una volta entrati, il buio cala e comincia la proiezione. Accoglie gli avventori lo schermo (formato 4:3, 120 pollici), che è realizzato in uno speciale materiale argentato e mantiene la polarizzazione della luce emessa dai due proiettori stereo 3d Dlp digitali. Tocca poi al filmato stereo in tre dimensioni trasportare il pubblico a una sfilata di moda.

Accedere, almeno una volta nella vita, al parterre eletto degli stilisti più acclamati. Il tutto richiede un espediente nemmeno troppo ricercato: un paio di occhiali 3d. L’effetto, grazie alle immagini di altissima qualità e alla musica diffusa in surround, è assolutamente reale. Per non parlare di quando lo zoom ingrandisce il dettaglio di un pantalone, come la trama a nido d’ape e il bottone-gioiello, oppure le cuciture artigianali e il tacco a rocchetto di una scarpa: allungare la mano nel vano tentativo di toccare il tessuto, o il pellame, è un gesto che viene davvero spontaneo.

Oltre a questo impiego, lo spazio concepito da Ibm trova altre applicazioni interessanti. La cabina è l’ideale per testare un profumo poiché, all’interno, è possibile sprigionare una nuova fragranza e ottenere il riscontro immediato da parte della clientela, ma è utile per promuovere qualsiasi altro prodotto: il richiamo di un angolo esclusivo dedicato a un marchio di abbigliamento, o a una linea di bellezza. La tecnologia si può installare in un negozio o in un supermercato e diventa uno strumento per il design industriale, in quanto consente di scambiare informazioni e review di un progetto in 3d, visualizzarlo in proporzioni reali e condividere il risultato Cad.

Il box, inoltre, agevola la ricerca applicata alla medicina - nello studio del Dna e del patrimonio genetico, nell’elaborazione di protesi, per esempio - e implementa terapie riabilitative personalizzate. L’ambiente, infine, si trasforma persino in una sala-relax, se viene arredata con una vasca idromassaggio e delle poltrone automassaggianti. Ad amplificare la sensazione di benessere provvederanno melodie distensive, immagini rasserenanti ed essenze calmanti.

Stimolare la curiosità
«La tecnologia non deve sostituirsi alle idee, ma abilitarle. Dalla progettazione di sistemi operativi e gestionali che migliorano il processo di vendita, siamo arrivati al front row, con la creazione di soluzioni innovative, in grado di analizzare non solo il comportamento del consumatore all’interno del negozio, ma anche di fargli vivere una piacevole esperienza di shopping», ha dichiarato Andrea Pontremoli, presidente e amministratore delegato di Ibm Italia, durante il talk-show di “Moda e Tecnologia”. Marcello Binda, amministratore delegato dell’omonimo gruppo leader dell’orologeria modaiola a prezzi abbordabili, concorda e reputa che stimolare la curiosità dei clienti sia la strategia da seguire: «L’inaugurazione del nuovo punto vendita Breil di New York», ha raccontato Binda, «prevede una gara tra aspiranti Dj e la playlist vincitrice sarà prodotta dall'etichetta Buddha Bar».

L’altra novità Ibm è il virtual store manager. Gaetano Sodo, Ibm global business services partner fashion and luxury, ha affermato: «Per soddisfare la clientela, è utile conoscerne l’approccio. Attraverso l’utilizzo di telecamere e di un software, il sistema elabora in tempo reale una serie di dati: il numero di avventori, le aree più visitate, il flusso di persone transitato davanti a un display e la durata dello stazionamento».

Il virtual store manager non ha trovato il consenso di Michele Norsa, a.d. Salvatore Ferragamo: «A mio avviso, questi metodi risultano poco efficaci poiché i comportamenti dei consumatori sono condizionati dal Paese, dalla società, dalla cultura e quindi difficili da catalogare». A questa perplessità condivisa, Michele Giglio, titolare di numerose boutique nel sud Italia, ha aggiunto che «il fattore umano è imprescindibile. Decidere quali collezioni acquistare, ma soprattutto capire quello che il nostro pubblico desidera qualcosa che va oltre la tecnologia», mentre Franca Sozzani, direttore di Vogue Italia, Matteo Cordero di Montezemolo - a.d.

di Montezemolo & Partners e vice presidente di Poltrona Frau Group - e Matteo Marzotto, presidente di Valentino Spa, hanno concluso la tavola rotonda sottolineando la necessità di non scindere innovazione da tradizione e artigianato.

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