Sabrina Cottone
È il custode del bello del regno Moratti, larbiter elegantiarum cui i colleghi assessori riconoscono (più o meno volentieri) il ruolo di influente consigliere di corte. Vittorio Sgarbi guida il «Comitato di vigilanza sullestetica e lornamento». Lui preferisce chiamarla «commissione del gusto e della grazia», ma si prepara a dare filo da torcere a progetti e progettisti, a ciò che imbruttisce Milano e soprattutto a quel che minaccia di imbruttirla.
Sotto osservazione, tanto per fare qualche esempio, ci sono i contestati lavori che hanno trasformato larea di corso Garibaldi («uno dei consulenti del comitato mi ha già fatto un paio di segnalazioni negative» spiega Sgarbi). In grave pericolo di sopravvivenza lilluminazione di corso Lodi, con i lampioni multicolor che hanno fatto inorridire molti abitanti del quartiere («lassessore Verga lha definita invereconda»). Sgarbi ha già apertamente contestato la ristrutturazione dellex albergo diurno Cobianchi («una fogna»), promesso di trovare cestini per i rifiuti più belli e di ripavimentare piazza Duomo: «Per disegnare i nuovi cestini possiamo chiamare Pierluigi Cerri o Mario Bellini, per piazza Duomo meglio copiare nel modo migliore un modello dellOttocento». Vuole poi rivedere la Sala delle Cariatidi. Insomma, non di solo Ago e Filo da scucire vive il critico. «Sia chiaro che non voglio fare il demolitore. Il mio principale obiettivo è evitare nuove brutture e rendere la città più bella» rassicura lassessore alla Cultura. Ma conoscendone estro e temperamento, le polemiche non mancheranno.
In ballo cè anche, o forse soprattutto, il futuro. E cioè il Piano delle opere pubbliche che ridefinirà le priorità per il prossimo anno: rispetto alle previsioni ci saranno delle sorprese in nome della bellezza. Sono stati stanziati 43 milioni di euro in tre anni per larredo urbano, ma il controllo estetico si estenderà anche a lavori pubblici, sviluppo del territorio, urbanistica. Gli assessori interessati (Maurizio Cadeo, Bruno Simini, Carlo Masseroli, Gianni Verga) sono stati invitati dalla Moratti ad avvalersi del parere del comitato, con quel «fate squadra» che è lordine più ricorrente del signor sindaco. Cadeo si dice ben contento della consulenza di Sgarbi: «Lo considero una risorsa, anche se mi è chiaro che le scelte e le responsabilità finali sono mie».
Poteri del Comitato? La questione non preoccupa più di tanto Sgarbi: «Non potrà non essere tenuta in considerazione, diciamo che confido e anzi presumo che la persuasione sarà sufficiente». Difficile pensare che gli assessori non vogliano tener conto del parere del critico di fiducia di Letizia Moratti. Sgarbi ha tanta fiducia nella propria naturale autorevolezza da non andare tanto per il sottile con gli interlocutori: ha chiamato personalmente lamministratore delegato di Banca Intesa, Corrado Passera, chiedendogli di eliminare «quelle brutte fioriere di cemento che avevano fatto mettere davanti allistituto».
I nomi scelti per il Comitato sono sei: gli architetti Roberto Peregalli (autore tra laltro del rinnovamento dellufficio del sindaco ai tempi di Albertini) e Marco Romano (professore di Estetica della città a Mendrisio e marito della signora buongusto, Lina Sotis), il pittore Giulio Durini, il gallerista Peter Gleiwell, ex consigliere artistico del ministro dei Beni culturali, Giuliano Urbani, e amicissimo di Sgarbi, Michela Moro di Rai Sat Arte («una Giulia Maria Crespi di nuova generazione») e Paolo Peyron. «Non scultori o artisti ma osservatori» spiega il loro leader.
Tra i principali compiti del pool di esperti cè da controllare che architetti e ditte che prendono gli appalti non facciano di testa propria. «Nei bandi indicheremo già quel che desideriamo rispetto a quella piazza. Se lidea è il monumento a Falcone e Borsellino o al commissario Calabresi, ad esempio, richiederemo espressamente che si tratti di un obelisco».
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