Caccia all’«Anonimo Padano» che ha riscritto la storia del Nord

Dubbi sulla Padania? Macché. La Padania c’è. No, non è un azzardo. «La Padania c’è» è il titolo di un libro, per ora stampato in un ristretto numero di copie ma che potrebbe in un futuro vedere i tipi di un editore. Copertina verde, come da copione. Il contenuto è la storia di questa porzione del Paese ispirata all’autore dalla corrente romanocentrica che riconduce ogni storia italiana alla storia romana.
E allora ecco la prova che milioni e milioni di anni fa la Padania esisteva. Che si è evoluta. Che ha la sua storia, le sue lingue, i suoi dialetti, la sua bandiera. Insomma, la Padania è uno Stato vero e proprio. Parole che suoneranno come musica nelle orecchie dei padani doc. Da Bossi a Tremonti. Da Calderoli a Castelli.
L’autore ha confezionato un volume che ora sta rifinendo nella speranza di vederlo stampato. Ma questo è il punto: chi è l’autore? Chi si nasconde dietro l’Anonimo Padano che firma il testo? E qui l’identikit è un giochino a disposizione di chi vuole esercitarsi nella sfida storico-letteraria padana. Sarà dunque un professionista con l’hobby della Storia con la esse maiuscola oppure un militante del Carroccio alla ricerca di uno spezzone di notorietà? L’Anonimo Padano, beffa delle beffe, vive a Roma ma vanta natali lumbard oppure è un esegeta di cultura nostrana? E se fosse un politico trombato o, più semplicemente, giunto a fine carriera? Ce n’è di che sbizzarrirsi, per tutti i gusti e per ogni fantasia. Basta cercare di tracciare la fisionomia dell’uomo che ha preso carta e penna e non si è fatto pregare. Ha tracciato una breve storia del Nord Italia, ha raccolto cartine di varie epoche, ha tentato di dimostrare che siamo tutti figli dei Longobardi.

Altro che tradizione romanocentrica. Ora cerca scampoli di fiducia al mondo editoriale. «La Padania c’è» è in trenta esemplari, se un editore gli darà fiducia, tra i lettori è già aperta la caccia al misterioso Anonimo Padano.

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