nostro inviato a Garlasco (Pavia)
Garlasco, paesone di 10mila abitanti a una decina di chilometri da Pavia, si è svegliato ieri sotto il sole di ferragosto con lincubo di avere uno spietato assassino in casa. Un killer che spinto da motivi passionali, o da gelosia, ha assassinato con premeditazione Chiara Poggi, 26 anni, ragazza pulita tutta «casa e studio». Un essere spietato a cui i carabinieri di Garlasco, Pavia e Vigevano, stanno cercando di dare un nome. Il caso è però è complesso e gli investigatori tengono accuratamente coperte le loro carte. E nel frattempo spunta anche lipotesi che possa essere una donna.
E allora partiamo dai pochi dati accertati. Chiara ha aperto al suo assassino: la porta non presenta infatti segni di scasso. Secondo il medico legale che ha esaminato il cadavere, sono circa le 11 e lei in quel momento è sola nella villetta in via Pascoli 8, lungo la strada che porta a Pavia. Papà Giuseppe, operaio, 56 anni, mamma Rita Preda, 53 anni, dipendente del vicino comune di Gropello Cairoli, e il fratello Marco, 19 anni, sono in vacanza nel Trentino. È in maglietta e pantaloncini del pigiama, quindi lo conosceva, anzi aveva con lui un minimo di confidenza. È stata colpita alla nuca, almeno quattro volte. Forse laggressione è stata immediata, già sulla soglia dingresso, e la vittima ha cercato di fuggire girando le spalle allaggressore. Forse lha educatamente invitato a entrare e lo stava precedendo in salotto dove è stata ammazzata a freddo.
Larma del delitto, cercata nei dintorni di casa e nei cassonetti dellimmondizia, non è stata finora trovata. Lassassino non ha però usato «qualcosa» trovata nellabitazione, dove non cè alcun oggetto sporco di sangue o compatibile con le ferite. Escluso labbia portato via, perché i genitori della vittima hanno fatto un sopralluogo con i carabinieri e hanno verificato come nulla mancasse e la casa fosse in perfetto ordine. Un particolare che indebolisce lipotesi della reazione violenta di un ladro sorpreso e rinforza quello del gesto premeditato: il killer è arrivato già armato e deciso a uccidere.
Ma Chiara era una ragazza limpida: laureata con il massimo dei voti in economia e commercio, stava seguendo un stage in unazienda informatica di Milano. Da tre anni era insieme ad Alberto Stasi, 24 anni, prossimo alla laurea in Bocconi. È stato proprio lui a trovare il corpo. Dopo aver passato la domenica sera con lei, è tornato a casa, anche lui è solo in questi giorni perché la famiglia è in ferie al mare. Lunedì mattina lha cercata a lungo al telefono poi è andato a casa, ha trovato la porta aperta, è entrato, ha visto il sangue in salotto, ne ha seguito la scia fino alla cantina, e ha trovato il cadavere ai piedi della scala. Portato in caserma, è stato interrogato fino a notte fonda e poi rilasciato.
Il ragazzo ora viene strenuamente difeso dagli stessi familiari della vittima. «Non prendo nemmeno in considerazione lipotesi sia stato lui» dice Stefania Cappa, 23 anni, cugina della vittima. «Negli ultimi tempi mi ero particolarmente riavvicinata a Chiara, ci dicevamo tutto. E non è mai emerso il minimo screzio con Alberto. Anzi li sentivo fare continuamente progetti per il futuro». Stefania imbocca la pista della rapina degenerata ed esclude lo spasimante respinto («Chiara me ne avrebbe parlato») o la ragazza invaghita di Alberto. Si perché, se il movente passionale è il più consistente, non è detto che lassassino non possa essere una donna. Magari una ragazza che vedeva in Chiara un «ostacolo» da eliminare. Unipotesi tenuta in seria considerazione dagli investigatori e suffragata da vari elementi della dinamica, tra cui il fatto che il delitto non avrebbe comportato una particolare forza fisica.
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