Caccia all’autore dello striscione col «-6»: 4 studenti interrogati

(...) Nel locale, di proprietà dell’Università che pure non fa nulla per riprenderselo o quantomeno per vigilare su ciò che avviene all’interno, erano presenti quattro giovani, attivisti dell’«Humpty Dumpty». Tutti tra i 22 e i 25 anni. Tutti ovviamente ignari di quanto fosse accaduto appena il giorno prima. Alle domande degli uomini della Digos hanno risposto con evasivi «non so». Dopo i primi accertamenti non è stato possibile capire chi abbia effettivamente vergato la scritta con la bomboletta spray rossa. Lo stesso drappo con la scritta non c’era più e non è stato possibile porlo sotto sequestro. Tutto inutile, dunque? «Assolutamente no, abbiamo solo fatto un primo accertamento - garantisce il questore Salvatore Presenti - Il nostro obiettivo è quello di individuare i responsabili diretti del gesto. Quello che hanno fatto configura un doppio reato, l’apologia di reato e la manifestazione oltraggiosa alla memoria dei defunti».
La responsabilità penale è comunque personale. Non si può denunciare tutti coloro che fanno parte del collettivo. «No, però in questo caso - assicura il questore - nei confronti di chi copre gli autori materiali della scritta c’è il favoreggiamento. Vorrei che fosse chiaro che non siamo disposti a lasciar correre un fatto di simile gravità». Al momento comunque dalla questura non è stata presentata una formale denuncia alla magistratura nei confronti dei quattro giovani presenti. È stato raccolto materiale, sono state acquisite le immagini dello striscione, è stato aperto un fascicolo e verrà stilata un’informativa. Ma nei prossimi giorni l’indagine sarà approfondita per incastrare i diretti responsabili.
L’«Humpty Dumpty», peraltro, è composto da universitari già noti alle forze dell’ordine per la loro partecipazione a manifestazioni di protesta ispirate alla sinistra più radicale. Il collettivo è di fatto l’anima del movimento studentesco dell’«Onda», protagonista delle contestazioni al governo e alla riforma dell’istruzione. Sempre in zona universitaria, come su altri muri della città, compaiono scritte che incitano alla rivolta alle istituzioni, all’assalto alle forze dell’ordine. E in questo clima si inseriscono anche i nuovi slogan comparsi a Rapallo nei giorni scorsi.

Una mano anonima ha infatti rilanciato le accuse alla polizia prendendo a spunto l’agente che uccise in autostrada un tifoso della Lazio con un colpo di pistola. Lo striscione contro i militari uccisi, però ha superato qualsiasi limite.

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