Caccia all’uomo simbolo: Merckx contro Rubens

Bruxelles in delirio: elezioni in Tv. Con Brel terzo incomodo. E il Cannibale può diventare numero uno

«Merckx? Vincerà in volata». La Grande Place è in fermento. Sulla porta delle pasticcerie più chic di Bruxelles, dove i tranci di torta assomigliano alla prua della Bismarck, è appeso il bando più stupendo e assurdo del 21° secolo: il Belgio ha deciso di scegliere il Personaggio della sua storia. Vale a dire la faccia più rappresentativa, il biglietto da visita per il mondo. Dieci cognomi che pesano, tre fuoriclasse: Peter Paul Rubens con la sua barba dipinta a olio, il fiammingo dell’Adorazione dei Magi e delle Tre Grazie. Poi Jacques Brel, l’uomo con la pipa e la voce resa di velluto dal fumo delle Gauloises; musica e teatro, malinconia di nebbie, fisarmoniche e Maigret. Il terzo rischia di mangiarseli, di farsi la grande abbuffata con due architravi della cultura europea. Nessun problema, perché il terzo è soprannominato il Cannibale: Eddy Merckx.
Scriveva Bruno Raschi: «Il suo nome finisce con un sibilo. E quel sibilo ti fa riconoscere, nella voliera del gruppo lanciato verso il traguardo, qual è l’uccello del Paradiso». Eddy Merckx meglio di Rubens e di Jacques Brel? Come se noi italiani dovessimo scegliere fra Leonardo e Coppi, i francesi fra Napoleone e Hinault. Lo decideranno i belgi, e questo è il lato più inquietante della faccenda. Tre giganti in gara, sarà un referendum televisivo della rete francofona Rtbs e di quella fiamminga Canvas a risolvere il quesito sul quale un Paese si arrovella. Ed è un bell’arrovellarsi, più intelligente ed estremo delle nostre pigrizie da reality smutandati. Le tele-elezioni presentano anche alcuni underdog. Lo è Paul Janssen, insigne farmaceuta; lo è il poeta Hendrick Conscience, con tutto il rispetto. Lo sono l’anatomista André Vesale e il cartografo Mercatore, geniale studioso di geografia, insultatissimo da tutti i marinai della domenica alle prese con l’esame della patente nautica.
I partecipanti sono dieci, i favoriti tre.

Ma nel cuore dei belgi, evocato dalle ombre guizzanti di Rubens e dalle brume degli inferni del Nord appartenenti alle note di Brel, c’è un uomo solo al comando, di nuovo magro e famelico. Eddy Merckx. Facciamo il tifo per lui, eroe imperfetto di uno sport da démoni. Anche perché sennò l’articolo sarebbe finito in cultura.

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