Cambiano le regole per verificare chi deve e chi non deve pagare il ticket sulle visite e gli esami specialistici. E, come sempre alla vigilia di una nuova procedura, negli studi medici regna il caos più totale. Dal 15 settembre sarà il medico a dover verificare, attraverso l’anagrafe regionale, se il paziente deve pagare il ticket o è esente. Di fatto, non basterà più soltanto l’autocertificazione firmata dall’assistito.
Ogni verifica avverrà on line. Ma un foglio, uno solo e importantissimo, resterà ancora in circolazione: è l’attestazione del codice da mostrare al medico curante per far valere il diritto all’esenzione. In questi giorni nelle case dovrebbe arrivare la lettera inviata dalla Regione Lombardia ma sembra che ci sia qualche intoppo nel sistema. Tante famiglie con un reddito inferiore ai 38mila e 500 euro (quindi esenti dal pagamento) non hanno ancora ricevuto nulla. Senza quel foglio non potranno dimostrare di non dover pagare dal ticket. «Cosa dobbiamo fare? - protestano, allarmati, i pazienti - dobbiamo andare dal medico con la dichiarazione dei redditi?». «In teoria dovrebbero semplificarci la vita - ci scrive, piccata, una signora di 61 anni - ma così ce la complicano». Già, perché chi non riceverà la lettera della Regione Lombardia nella casella della posta entro mercoledì prossimo, dovrà rimediare andando all’Asl. Agli sportelli verrà rilasciato un certificato «sostitutivo» da dare al dottore. La Regione Lombardia assicura che tutte le lettere sono state inviate e che i data base sono stati aggiornati.
Ma i medici sono già in tilt. Gli errori e i disguidi emersi durante la sperimentazione (cominciata a luglio e ormai quasi conclusa) sono stati numerosi e di ogni genere: marito e moglie (con lo stesso reddito famigliare) risultano lei esente e lui no, tanti pazienti che hanno diritto all’esenzione in realtà non risultano nel sistema informatico dell’anagrafe regionale. Di loro e del loro diritto a non pagare il ticket non c’è traccia.
«Non si tratta solo di un disguido delle poste - protesta Ugo Tamborini, medico di medicina generale - ma di un errore più radicale e quindi più difficile da risolvere: tanti cittadini con il reddito inferiore ai 38mila e 500 euro non sono stati registrati nel sistema informatico. E se a noi medici i loro nomi non risultano a computer, non possiamo certo concedere l’esenzione».
Tamborini spiega di conoscere da anni tanti suoi pazienti e di sapere per certo che hanno diritto a non pagare il ticket. Ma la burocrazia sembra più forte di qualsiasi rapporto di fiducia e finché non è possibile certificare (con il codice o on line) l’esenzione, allora qualsiasi diritto verrà congelato. Tutti insomma dipendono da un sistema digitale che spesso e volentieri fa i capricci. Percarità, fa parte del gioco e del rodaggio. Fatto sta che molti pazienti, soprattutto gli anziani, stanno meditando di rimandare esami e visite pur di non pagare. La maggior parte dei pazienti scoprirà della novità della lettera e della nuova certificazione alla prima visita a cui si sottoporrà, non prima. «Noi medici - protesta Tamborini - stiamo facendo di tutto quando dovremmo limitarci a visite e prescrizioni, non va bene».
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