La caccia al campioncino va in periferia

Piccoli campioni non solo crescono ma vanno coltivati per bene, verrebbe da pensare specie guardando i risultati delle prime partite dei rossoneri, davanti alla notizia della nascita dei «Centri Tecnici Milan». E si potrebbe parafrasare che se il piccolo campione non va al Milan, è il Milan che va da lui, attraverso cinque società lombarde (le milanesi Aldini, Cimiano e Lombardia 1, la monzese La Dominante e la bergamasca Pontisola) accuratamente selezionate dalla dirigenza milanista. Il tutto, da un'idea di Mauro Bianchessi, responsabile dell'attività di base del Milan. «Ho voluto realizzare questa idea dei Centri Tecnici Milan - racconta Bianchessi -, trasferendo e riproducendo, presso alcune società calcio Milan, dall'alta qualità tecnico-organizzativa-strutturale, metodologie di lavoro, stili e filosofia propri della società rossonera. Tramite loro, potremo aiutare a crescere quei ragazzini che, per ragioni prevalentemente scolastiche o logistiche, hanno difficoltà ad entrare a fare parte del Milan. In ognuna delle società selezionate verrà individuata una squadra, denominata «Elite», che prenderà parte al suo campionato di categoria con le divise rossonere». Bianchessi passa poi ad analizzare i criteri di scelta di queste cinque eccellenze lombarde, succursali del Centro Vismara. «Per localizzazione strategica, per ora, tra i satelliti del Milan sono state scelte società calcistiche dove abbiamo individuato strutture, uomini e mezzi che possano aiutarci nella realizzazione del progetto. Il nostro obiettivo è quello di avere almeno un centro per regione».
Chi entra nell'Elite di una di queste società, avrà, senza dubbio, più probabilità di far parte, in futuro, del Milan: «Diciamo che esiste una sorta di prelazione su di loro ma, a fine stagione, se il Milan non avanza richieste particolari, il giocatore sarà libero di scegliere la propria strada. Da quando accedono alla squadra Elite, monitoriamo i ragazzi attraverso la presenza di nostri allenatori del settore giovanile che seguiranno gli under 12 e, almeno una volta alla settimana, garantiamo la presenza costante di un osservatore di zona che verificherà i miglioramenti di tutti i giocatori prescelti. Fondamentali sono la comunicazione e gli scambi di informazioni tra responsabili e allenatori». Ma come entrare in una squadra Elite? «Non ci sono provini. Occorre iscriversi alla Scuola Calcio del caso e solo i più meritevoli e quelli con caratteristiche particolari, anche di 11 anni, verranno indirizzati nella formazione dei migliori. Non si rischia di snaturare, in bimbi così giovani, il piacere del gioco? «A questa età il calcio deve essere divertimento. Tre sono i valori di base dai quali i giocatori non possono prescindere: la famiglia, la scuola e il calcio, fatto seriamente e serenamente». Parole sottoscritte anche da Filippo Galli, responsabile del settore giovanile del Milan «Crediamo molto in questo progetto che non vuole imitare nessuno ma nasce dall'esigenza di cercare giovani nella nostra area di competenza, partendo dalla Lombardia che è la regione che statisticamente ci ha dato più giocatori della serie A.

Anche per una questione di costi ci è più semplice gestire il progetto in zone limitrofe. Ce ne sono davvero tanti di ragazzi bravi, ma noi cerchiamo i talentuosi che possano crescere con il lavoro costante dei nostri tecnici, approfondendo anche l'elemento tattico e mentale».

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