Caccia alla Juventus, senza i sudamericani

Adriano, Julio Cesar e Recoba in ritardo, mentre juventini e milanisti sono già qui. E Capello ironizza: «A Rio c’è un bel sole...»

Gian Piero Scevola

da Milano

Ci risiamo. I fantasmi del passato ritornano prepotenti in casa Inter: quando di mezzo ci sono i sudamericani, i brasiliani in particolare, i nerazzurri non possono mai dormire sonni tranquilli. Le bizze di Ronaldo, i suoi ritardi congeniti, le sue fughe per il carnevale di Rio, sono passate alla storia e adesso anche Adriano è sulla strada buona per imitare il Fenomeno. Se poi a fargli bella compagnia ci si mettono anche l’amicone Julio Cesar e Recoba, che stravede per la maglia dell’Uruguay, un po’ meno per quella interista che pur gli fornisce un lauto stipendio, allora la frittata è fatta. Il terzetto ieri non è rientrato dalle qualificazioni mondiali che si sono giocate in Sudamerica, l’aereo della Varig che da San Paolo doveva riportarli in Italia, colmo della sfortuna, ha avuto un guasto tecnico e solo questa mattina potrebbero farsi vivi alla Malpensa. Ma il condizionale è d’obbligo perché, visti i precedenti, tutto è possibile. Mentre invece è certo che Mancini non li farà giocare domani, avrebbe fatto un’eccezione per Julio Cesar ma, a questo punto, contro il Livorno tra i pali tornerà il ribelle Toldo che, nei giorni scorsi, aveva aspramente criticato le scelte del tecnico a favore del “pivellino” brasiliano. Un rientro che Mancini non aveva mai considerato e che ora invece sarà obbligato ad attuare.
Il fatto strano di tutta questa spiacevole vicenda, che l’Inter ovviamente considera come un incidente di percorso, mentre invece sembra lo specchietto di una certa superficialità da parte del bel terzetto, è che tanti altri giocatori impegnati oltre Atlantico hanno fatto tranquillamente ritorno nei rispettivi club. I brasiliani del Milan, Cafu, Dida, Kakà, e quello della Juve, Emerson, si sono ieri disciplinatamente messi a disposizione rispettivamente di Ancelotti e Capello. In partenza da San Paolo, dopo la partita giocata a Belem, saputo del guasto tecnico che li avrebbe bloccati, Cafu ha usufruito del volo supplementare via Zurigo che aveva già prenotato, mentre Dida e Kakà si sono precipitati ai banchi Varig per trovare due posti sul volo diretto a Madrid. Detto e fatto. Così come Emerson che si era attrezzato con un volo speciale su Madrid insieme ai brasiliani di Real, Barcellona e Lione e che nella capitale spagnola è stato prelevato da un esponente bianconero con un altro volo speciale che è atterrato nel pomeriggio a Torino.
E gli interisti, direte voi? Calma, perché c’è anche Zalayeta che, dopo aver giocato a Montevideo al fianco di Recoba, con due voli di linea Montevideo-Madrid e Madrid-Torino, ieri mattina si è presentato da Capello che, sull’argomento, ha voluto scherzare: «Emerson è tornato subito perché evidentemente aveva voglia di vedere la bambina. Gli altri? A Rio c’è un bel sole». Ma non è finita, perché anche i nerazzurri Cordoba e Pizarro, rispettivamente impegnati a Bogotà (Colombia-Paraguay) e Santiago (Cile-Ecuador) sono rientrati ieri in tempo utile per effettuare un allenamento. Adriano, Julio Cesar e Recoba, invece, sono rimasti bloccati a San Paolo, chissà con quanto dispiacere.
Forse perché sapevano che Mancini non li avrebbe utilizzati col Livorno (ricordarsi di Palermo, quando uno stanco Adriano venne a tutti i costi mandato in campo, col tecnico jesino che a fine gara recitò il mea culpa) e allora non valeva la pena di darsi tanto da fare, di pensare a un’alternativa (come Cafu) o a pressioni sulla Varig per avere il posto su Madrid (come Dida e Kakà). Ma poi perché Recoba da Montevideo debba andare in Brasile per partire con Adriano, quando poteva tranquillamente volare via subito come Zalayeta, questo è un altro dei tanti misteri che accompagnano le faccende dell’Inter.

E ora, mentre qualcuno auspica una forte multa per il terzetto (vedi Mancini), tutto rischia di finire un’altra volta a tarallucci e vino, magari solo con una ramanzina di Massimo Moratti. In attesa del prossimo ritardo.

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