Le fiamme appiccate laltro pomeriggio in un sottotetto del San Carlo, sono solo lultimo episodio di una serie di 8 incendi dolosi, appiccati nellultimo paio danni. Un po troppi per essere solo diversi «casi isolati» anche se non ci sono prove, per esempio una rivendicazione, che dietro questi attentati ci sia ununica «manina».
Lultimo attentato laltro pomeriggio, un focolaio scoperto attorno alle 14 allundicesimo piano dove sono installati i quadri elettrici e varie attrezzature tecnologiche. Alcuni dipendenti hanno sentito odore di bruciato e visto del fumo e hanno fatto intervenire la sorveglianza che ha spento le fiamme con gli estintori. Pochi i danni e circoscritti alle apparecchiature di supporto agli strumenti per le dialisi. Un tecnico ha revisionato lintero sistema e ieri i 60 pazienti hanno potuto seguire la normale terapia. Avvertito il 113, su posto sono intervenuti alcuni agenti che hanno scoperto sul pavimento residui di carbonella e la diavolina, un innesco in vendita al supermercato, per barbecue e caminetti.
Ma questo è solo lultimo episodio di una striscia iniziata il 4 settembre 2009 quando presero fuoco alcune sterpaglia sotto il reparto di pediatria. Quello stesso anno a giugno venne incendiato un divano in uno dei convitti per infermieri. Lanno dopo a settembre prese fuoco un contenitore dove venivano ammonticchiati scarti di computer, materiale dunque più che inerte e che difficilmente può prendere fuoco da solo. Lincendio inoltre scoppiò giusto sotto le prese daria del reparto di oncologia, poi sgomberato in tutta fretta. A novembre 2010 le fiamme avvolsero invece un letto del pronto soccorso assemblato, come impone la legge, con materiale ignifugo. In quelloccasione si rischiò grosso perché le fiamme lambirono alcune bombole di ossigeno.
Per oltre un anno il piromane, sempre se si tratta della stessa persona, è rimasto tranquillo e per trovare un nuovo attacco al San Carlo dobbiamo arrivare alla notte tra il 7 e l8 gennaio 2012 quando venne scoperto un cumulo di giornali intrisi di alcol di fronte allingresso di psichiatria. Che forse il maniaco non ha fatto in tempo a incendiare perché disturbato. Quella stessa notte vennero scoperti anche una serie di vandalismi: il furto delle attrezzature per il pagamento con carte di credito, il danneggiamento di alcuni distributori di bibite e lapertura delle bocchette degli idranti allundicesimo piano. A questo punto le incursioni si fanno sempre più frequenti. Il 29 gennaio viene spento un focolaio, sempre con carte e alcol, sempre davanti a psichiatria e il 13 febbraio vengono incendiate delle cartacce infilate nelle prese daria del sotterraneo. Infine laltro pomeriggio carbone e diavolina.
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