Caccia selvaggia ai manager: per il G20 Londra blinda le banche

Ammettiamolo: nessuno può provare simpatia per i manager delle banche che hanno portato al collasso il sistema finanziario internazionale. Di più: l’atteggiamento indisponente di molti di loro, che non solo non si sono scusati, ma hanno preteso di continuare a incassare milioni di dollari in bonus per lo più immeritati, ha alimentato il rancore dell’opinione pubblica. Ma come? Lo Stato deve sborsare miliardi per salvare i loro istituti, milioni di persone perdono il lavoro, subendo le conseguenze di una recessione provocata proprio dagli «stregoni della finanza» e loro diventano sempre più ricchi e sprezzanti nella propria avidità? Non c’è da stupirsi se la gente reagisce con rabbia, disgusto. Invoca giustizia e non avendola ottenuta, ora propende per la vendetta, cieca, violenta, irrefrenabile. L’altra notte un gruppo di manifestanti ha assaltato la villa dell’ex numero uno della Royal Bank of Scotland, in Francia ben due manager sono stati sequestrati dagli operai che avevano appena licenziato. E date un’occhiata alle email di minacce inviate ai dirigenti del gruppo assicurativo americano Aig. C’è da rabbrividire: «Se prendi il bonus, noi prenderemo i tuoi figli». «Tutti i dirigenti devono essere catturati e appesi a un palo con le corde di un pianoforte». E ancora: «La Rivoluzione sta arrivando. Le vostre famiglie non sono al sicuro e il vostro sangue scorrerà nelle strade».
A Londra, molte banche hanno deciso di chiudere gli uffici in coincidenza con la riunione del G-20: temono che possano essere devastati. Non solo, si pensa che nella City è meglio non indossare la divisa da banchiere, che è meglio ancora lavorare da casa. Sì, la situazione sta degenerando. E occorre reagire. Ma come? Sia chiaro: Paesi democratici, come quelli occidentali, non possono permettere che i processi si svolgano nelle strade. Gli sputi, le monetine (come quelle lanciate a Craxi, ricordate?), i pestaggi non appartengono alla nostra civiltà. La caccia all’uomo non è ammissibile. Ma esiste un solo modo per evitare che questo accada: ci deve essere Giustizia. Vera, quella che fino ad oggi è mancata. A parte Madoff e pochi altri, i banchieri, quasi tutti americani, che hanno portato il mondo allo sfascio sono liberi, ricchi, verosimilmente felici. E le procure impotenti, perchè le leggi, sapientemente pilotate in tempi di bonaccia dalle lobby di Wall Street, impediscono di perseguire i colpevoli. Non ci sono processi all’orizzonte e, di conseguenza, nemmeno la possibilità che i manager vengano costretti a risarcire il danno arrecato. La loro è stata una rapina legalizzata e ora che la crisi colpisce duramente soprattutto il ceto medio-basso, l’indignazione si trasforma pericolosamente in rabbia.
Le norme che vietano alle aziende salvate dallo Stato di distribuire bonus, non bastano più a rasserenare gli animi. Occorre un’azione più incisiva, come ha capito la Germania. Mercoledì Albert Rupprecht, presidente della commissione parlamentare di controllo sulle banche, ha chiesto, parlando con il Financial Times, «un’inchiesta tipo quella dell’11 settembre, per individuare chi o cosa ha provocato la crisi»; nel frattempo occorre «permettere al Ministro della Giustizia di preparare le leggi che permettano eventuali incriminazioni». Una proposta populista? Al contrario. Un’iniziativa per evitare il rischio di una deriva demagogica ed estremista, che prende sempre più consistenza.

«Avanti così e la gente finirà per perdere fiducia nell’economia, forse addirittura nella democrazia», ammonisce Rupprecht. La Germania chiede che chi ha ideato il Grande Raggiro venga scoperto e punito. È così scandaloso?
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