Caccia, la sinistra impallina i Verdi

A dargli manforte è stato il vicecapogruppo Pdl Bianchini che ha votato a favore. Poi gli astenuti Maggi, sempre del Pdl, Volpara del Pd e il capogruppo di Rifondazione Benzi. I «no» sono stati 26. Se ne è tornato a casa con le ossa rotte il capogruppo dei verdi Spanò che ieri è stato «bastonato» dalla stessa sua maggioranza che ha votato contro la sua mozione sul test del capello. All'ordine del giorno c'era il documento con cui i Verdi chiedevano, forse per la prima volta in Italia e in Europa, che l'ente provinciale, al momento del rilascio del tesserino venatorio annuale, obbligasse i cacciatori a visite attestanti anche la non dipendenza da alcol e droghe. In sostanza il test del capello antidroga e un test similare antialcol. Un provvedimento fortemente contestato dalle doppiette genovesi che alcuni mesi fa, quando la mozione era stata depositata, avevano gridato «vergogna» anche perché non era intuibile che i cacciatori alle 5 del mattino si fumassero lo spinello o si bevessero un paio di litri di rosso nostrano.
«Si è trattato soltanto di una mozione strumentale - spiega l'assessore Briano - ho chiesto a Spanò di ritirarla, ma non c'è stato niente da fare. Sono fortemente contraria a quanto proposto dai Verdi. I controlli ci devono essere indipendentemente dalla categoria di cittadini. Occorre semmai fare una politica e ragionamenti seri su tutti i possessori di armi e su chi ha responsabilità di lavoro e non soltanto ludiche o sportive che possono mettere in pericolo la vita degli altri. A Genova gli incidenti mortali fra i cacciatori sono pochissimi. L'anno scorso non ce ne sono stati. E negli anni passati sono stati soltanto uno o due».


«I possessori di licenza di caccia - insiste Spanò - hanno l'obbligo di certificare soltanto ogni sei anni il loro stato di salute e la non dipendenza da alcol e droghe e da uso di psicofarmaci. Sei anni sono troppi. Anche il presidente del porto Merlo nelle scorse settimane è intervenuto sulla questione sicurezza chiedendo simili provvedimenti per chi sul quel luogo di lavoro maneggia mezzi pericolosi».

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