da Milano
«Siamo pronti allo stop, se lallarme sarà reale per lItalia. Siamo cittadini prima e cacciatori poi. E con grande senso di responsabilità ci fermeremo se e quando le autorità ci diranno che il rischio sarà reale. Siamo preoccupati della salute di tutti. E se gli esperti ci dicessero che esiste un pericolo scientificamente accertato di trasmissione dellaviaria attraverso la selvaggina migratoria non avremmo problemi a sospendere lattività». È molto chiaro il presidente della Federcaccia Franco Timo. Chiaro e disponibile a trovare una mediazione. Chiaro e secco nel sostenere che cè un evidente rischio di strumentalizzazione: «Non vorrei che leventualità di un rischio porti qualcuno ad accentuare la pericolosità del fenomeno allo stato attuale per cercare di ottenere qualcosa». Il riferimento è agli ambientalisti e agli animalisti che nei giorni scorsi hanno chiesto al governo di fare pressione sui cacciatori affinché non utilizzino i richiami vivi.
Ieri Timo ha partecipato a una riunione al ministero della Salute per fare il punto della situazione: «La necessità di sospendere la caccia è stata definita non remota, ma insussistente. Così respingo con forza ogni tentativo di speculazione e di allarme ingiustificato. Rinunciare ai migratori - ha spiegato - sarebbe inutile e dannoso: alimenterebbe un allarme che non cè».
Disponibile a chiudere la stagione in caso di pericolo effettivo, la Federcaccia è stata anche incaricata dal ministero della Salute di effettuare un monitoraggio passivo. «Siamo felici - spiega ancora Timo - di effettuare questo compito. Abbiamo proposto noi di dare un contributo nellattività di sorveglianza. Ci è stato chiesto di orientare il nostro controllo sullattività di sorveglianza passiva per denunciare eventuali ritrovamenti di animali selvatici morti in modo anomalo o massiccio. Noi abbiamo confermato la nostra disponibilità e la nostra piena collaborazione come abbiamo fatto fin dallinizio». «Fino ad oggi siamo stati comunque molto accorti - dice il presidente di Federcaccia - e finora non abbiamo avuto segnalazioni di anomalie. La situazione in Italia non è drammatica ma non è una buona ragione per abbassare la guardia. Ci vuole massima allerta e attenzione ma senza demonizzazioni e allarmismi infondati. Ecco perché lavorare in termini di monitoraggio è essenziale in questa fase».
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